Nel Boeing 787 di Air India funzionava tutto perfettamente prima del decollo. L’inferno inizia tre secondi dopo il momento in cui le ruote si staccano dalla pista di decollo dell’aeroporto di Ahmedabad, in India: la leva del motore sinistro passa da modalità «run» a «cutoff», in poche parole si spegne. Poco dopo anche la leva del motore destro registra lo stesso spostamento. Il cherosene smette di fluire verso il motore, uno dei due esperti piloti in cabina si volta verso l’altro. Si sente confusione, delle grida: «Perché li hai spenti? Perché li hai spenti?». L’altro risponde calmo: «Non l’ho fatto». Venti secondi prima dello schianto contro la mensa del BJ Medical College, i motori si riaccendono: prima il sinistro, poi il destro. Ma è troppo tardi: «Mayday, mayday, mayday», gridano. Poi silenzio.Il «gesto volontario» e la depressione di uno dei due piloti: «Non volava da qualche anno»È il rapporto di indagine preliminare sull’incidente aereo a fornire i dettagli di quanto sarebbe avvenuto all’interno della cabina di pilotaggio, nei secondi prima dello schianto che ha ucciso 260 persone. Nei giorni scorsi già erano stati fugati diversi dubbi: nessun malfunzionamento, nessun malore. Al contrario, lo spegnimento dei motori era stato attribuito a un «gesto volontario» di uno dei due piloti, dato anche il sistema di sicure che regola le leve usate per accendere e spegnere i motori anche in caso di avaria. Le motivazioni di un gesto simile sono ovviamente insondabili. Secondo il Daily Mail, il pilota Sumeet Sabharwal avrebbe sofferto psicologicamente, forse a causa della morte della madre. «Si era allontanato dal volo negli ultimi tre o quattro anni, prendendo ferie per malattia», ha spiegato una fonte indiana. «Sabharwal stava anche considerando un pensionamento anticipato per poter rimanere vicino al padre 90enne. Prima di volare, però, era stato ritenuto idoneo dallo staff medico».I punti oscuri: chi ha mosso le leve e chi ha tentato di salvare l’aereoRimangono numerosi punti da chiarire. A partire da chi dei due piloti davvero abbia mosso le leve, elemento che nel rapporto preliminare non è reso noto. Di certo la domanda («Perché lo hai fatto?») viene pronunciata senza alcun tono dubitativo e anzi con sempre maggior allarme. Non è neanche chiaro chi abbia lanciato il mayday e chi abbia riattivato i motori pochi secondi prima dello schianto, in un disperato tentativo di far riprendere quota all’aereo. L'articolo Air India, il panico del pilota prima dello schianto: «Perché hai spento i motori?». Le bugie del collega e l’ombra della depressione dopo il lutto proviene da Open.