«Giudizio sospeso», il documentario di Open sulla giustizia minorile, la presentazione alla Camera. Ascani: «Gravi segnali nelle carceri che ci devono far riflettere»

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«Il nostro ordinamento – a partire dalla Costituzione – riconosce alla pena una funzione rieducativa. E proprio per questo, il sistema penale minorile ha sempre avuto, nel nostro Paese, una vocazione più avanzata, più umana, più orientata al recupero che alla sola punizione. Ma oggi questo modello è in sofferenza: la carenza di strutture adeguate, il sovraccarico delle comunità, la fatica degli operatori, sono segnali che ci devono far riflettere». A parlare è la vicepresidente della Camera dei deputati Anna Ascani che ha preso parte oggi, 16 luglio, alla presentazione del primo documentario prodotto da Open, ospitata alla Camera dei deputati. Il cortometraggio, firmato dai giornalisti Alessandra Mancini e Felice Florio e coprodotto insieme a Eclettica, sonda il complesso universo della giustizia minorile attraverso le storie di quattro giovani impegnati in un percorso di rieducazione, crescita e consapevolezza all’interno di strutture detentive, con l’obiettivo di essere reinseriti nella società. Oltre al direttore Franco Bechis, erano presenti all’evento la vicedirettrice Sara Menafra insieme ai due autori del documentario, a Rita Bernardini, presidente di Nessuno tocchi Caino, e Paolo Impagliazzo, segretario generale della Comunità di Sant’Egidio.Il tuo browser non supporta il tag iframe«Si deve fare di più»Anna AscaniRita BernardiniPaolo ImpagliazzoAlessandra ManciniMichela De BiaseIl documentario è stato girato all’interno degli istituti penitenziari minorili di Nisida (Napoli) e Beccaria (Milano). «L’esigenza di realizzare questo lavoro – spiega Florio – nasce da una domanda semplice ma cruciale: ha ancora senso oggi il carcere per i minori dopo che hanno commesso un reato?». Da qui prende il via il viaggio dei due autori in una realtà complessa, «non facile da rendere appetibile – aggiunge – perché è un tema che molti preferirebbero non conoscere, perché fa male». «I luoghi che abbiamo scelto di raccontare – prosegue Florio – mostrano ogni giorno che si potrebbe, e si dovrebbe, fare molto di più perchè non puntare sulla rieducazione e sul recupero della dignità di chi sbaglia significa rinunciare a valorizzare potenzialità inespresse. E questo ha un costo sociale ed economico altissimo: un circolo tutt’altro che virtuoso».«Non esistono ragazzi cattivi»«Non esistono ragazzi cattivi, esistono ragazzi che sbagliano. Che, a un certo punto della loro vita, commettono un errore – afferma Mancini – Un errore che può avere molte cause: il contesto in cui si cresce, si vive, le condizioni familiari, sociali, economiche. Ma questo non significa che non possano essere recuperati. Non lo dico io, lo dice la nostra Costituzione».«Non c’è razionalità»Prima della proiezione del documentario, Rita Bernardini ha tracciato un quadro realistico della situazione nelle carceri italiane, con un focus particolare su quelle minorili. «Nelle strutture penitenziarie per minori – ha spiegato – l’agente di polizia è spesso l’unico interlocutore. Non lo psicologo, non l’educatore. È con lui che i ragazzi si interfacciano ogni giorno. Lo psicologo, se lo vedono, lo vedono una volta ogni sei mesi. A cosa serve, così?». Un dato che, secondo Bernardini, racconta l’assenza di un reale progetto rieducativo. E le cifre lo confermano: «Lo Stato italiano spende ogni anno 3 miliardi e mezzo per l’amministrazione penitenziaria degli adulti, mentre solo 400 milioni vengono destinati alla giustizia minorile e di comunità. Non c’è razionalità in tutto questo».Il tuo browser non supporta il tag iframeUn approccio personalizzatoÈ intervenuto anche Paolo Impagliazzo, che ha sottolineato come il documentario riesca a «mettere al centro i giovani, con le loro aspirazioni, le difficoltà, la loro crudezza, ma anche con una prospettiva». «È nella risposta alla marginalità che dobbiamo trovare una strada, guardando al futuro – ha aggiunto – Serve un approccio personalizzato, costruito su misura per ciascun individuo: e questo può nascere solo attraverso il dialogo e l’ascolto».Il tuo browser non supporta il tag iframeL'articolo «Giudizio sospeso», il documentario di Open sulla giustizia minorile, la presentazione alla Camera. Ascani: «Gravi segnali nelle carceri che ci devono far riflettere» proviene da Open.