Regionali, vertice di maggioranza: rispunta l’ipotesi Piantedosi in Campania ma è ancora stallo sul Veneto. Nuovo incontro tra leader già lunedì

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Cos’è emerso, in sostanza, dal faccia a faccia tra leader di maggioranza che si è svolto oggi, 16 luglio? «Al vertice non abbiamo parlato di Regionali. Abbiamo fatto il punto sulla situazione», è la sintesi offerta dal ministro degli esteri e vicepremier Antonio Tajani. Un’ora e mezza di incontro che, se paragonato alle quattro ore di confronto andato in scena l’altro ieri al Nazareno tra Eugenio Giani ed Elly Schlein, dà subito la misura di quanto il centrodestra sia ancora lontano da una vera intesa sulle candidature. Perché per affrontare il nodo del Veneto, della Campania, della Toscana e della Puglia servirà certamente più di un pranzo veloce. L’incontro non è stato risolutivo, ma un punto fermo però è emerso: le elezioni si terranno in autunno. La data esatta resta ancora da definire. Al tavolo, presenti la premier Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi.L’incontro della settimana prossimaProprio per questo, secondo quanto si apprende, i quattro leader avrebbero deciso di aggiornarsi la prossima settimana, forse già lunedì. «C’è perfetta sintonia, andremo avanti fino alla fine della legislatura: siamo tre partiti diversi, ma l’obiettivo è comune», ha sottolineato Tajani. Appena rientrato dalla missione a Washington, il titolare della Farnesina ha aggiornato gli alleati sullo stato della trattativa tra Ue e Usa sui dazi. «È andata benissimo», si è limitato a commentare l’altro vicepremier, il leghista Matteo Salvini, intercettato dai cronisti. Non si sbottonano i deputati. Nessuno si sbilancia, nemmeno la premier.I tre candidati sicuriTre Regioni sembrano già indirizzate. Nelle Marche è ormai avviata la campagna per il secondo mandato del governatore uscente Francesco Acquaroli, tra i primi presidenti eletti con il simbolo di Fratelli d’Italia. In Puglia, il nome più accreditato resta quello di Mauro D’Attis, deputato di Forza Italia e commissario regionale del partito. In Toscana, dopo settimane di trattative e proposte incrociate, la candidatura su cui si sta convergendo è quella di Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, anche lui in quota FdI.Rispunta l’ipotesi PiantedosiDiversa è la situazione in Campania e in Veneto. Ma la novità di queste ore riguarda proprio la regione guidata da Vincenzo De Luca: il centrodestra starebbe valutando l’ipotesi di proporre la candidatura del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Una possibilità che il titolare del Viminale ha smentito più e più volte, ma che, negli ultimi giorni, sembra tornata a prendere quota, anche alla luce delle difficoltà legate a quello che fino a poco fa era considerato il favorito: Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri. Cirielli è infatti finito al centro di una bufera per i commenti lasciati sotto al post del sindaco di Nocera Inferiore, Paolo De Maio. Insulti legati alla vita privata del sindaco, culminati in un «cambia spacciatore». Un’uscita che non è affatto piaciuta né a Fratelli d’Italia né, tantomeno, a Giorgia Meloni. Dunque, se alla fine dovesse accendersi la candidatura di Piantedosi, resta da capire chi la premier deciderà di collocare al suo posto al Viminale.Il nodo del VenetoIl Veneto di Luca Zaia resta il nodo più difficile da sciogliere e la partita più intricata che il centrodestra si trova ad affrontare. Forse proprio da qui occorrerà partire per sistemare tutti gli altri equilibri, tra pesi e contrappesi. La situazione è tutt’altro che semplice. Per spingere i tre leader della maggioranza a chiudere il dossier delle Regionali – dopo continui rinvii del vertice – la scorsa settimana Luca Zaia ha ventilato l’ipotesi di dar vita a una propria lista civica, autonoma, «capace di raccogliere il 40-45% dei consensi», puntando a intercettare anche elettori al di fuori del centrodestra. Una mossa che non è stata affatto gradita da Forza Italia: Antonio Tajani ha infatti subito rilanciato con decisione la candidatura di Flavio Tosi. La verità è che sul Veneto Giorgia Meloni ha un piano chiaro: vorrebbe schierare il senatore Luca De Carlo, in quota Fratelli d’Italia. Matteo Salvini, dal canto suo, non escluderebbe l’ipotesi di cedere la regione alla premier, ma in cambio della Lombardia, guardando già alle Regionali del 2028. Da qui nascono le tensioni e i dissapori tra Zaia e Salvini, sempre più evidenti negli ultimi mesi. Il leader della Lega, infatti, non sembra più intenzionato a blindare il Veneto, né a mantenerlo sotto il pieno controllo del Carroccio.L'articolo Regionali, vertice di maggioranza: rispunta l’ipotesi Piantedosi in Campania ma è ancora stallo sul Veneto. Nuovo incontro tra leader già lunedì proviene da Open.