Caporalato, Landini: "Singh non un caso isolato, ma vittima di un sistema da cambiare"

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“Servono sicuramente più controlli e serve sicuramente che anche il sistema di impresa reagisca. C’è un modello di fare impresa che si è affermato negli ultimi anni basato sullo sfruttamento, sul caporalato, sul lavoro nero. C’è bisogno non solo di applicare le leggi che ci sono, ma che anche dentro il sistema delle imprese prevalga una lotta precisa contro chi fa l’imprenditore bandito”.Così il segretario della CGIL Maurizio Landini, rispondendo alle domande dei cronisti dopo aver incontrato presso la sede nazionale della CGIL i familiari di Satnam Singh, il bracciante morto nelle campagne di Cisterna di Latina lo scorso anno, gravemente ferito e abbandonato per strada dal lavoro di lavoro. “Per questa ragione ci siamo costituiti non solo parte civile nel processo per omicidio doloso che oggi è in corso” afferma il leader del sindacato ricordando l’esposto alla procura avanzato da CGIL e FLAI subito dopo la morte di Singh, a seguito del quale “a novembre partirà il processo per sfruttamento che riguarda l’impresa in quanto tale”: “Per noi ha un significato generale, non riguarda solo l’impresa Lovato, ma rende evidente quello che in questi anni è stato tollerato in Italia”.Appello rivolto, oltre che al sistema imprese, anche alle istituzioni e alla politica, “che non possono far finta, in alcuni casi con ipocrisia, che questo sia un caso isolato che riguarda un’impresa e non che ci sia un sistema che va radicalmente messo in discussione”, conclude Landini.Questo articolo Caporalato, Landini: "Singh non un caso isolato, ma vittima di un sistema da cambiare" proviene da LaPresse