L’ex pm Ilda Boccassini intercettata con un trojan sul cellulare: «De Gennaro era la fonte di uno scoop su Berlusconi e la mafia»

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È stato per molto tempo uno dei misteri della Prima Repubblica. E oggi un interrogatorio e un’intercettazione gettano una nuova luce. Anche per la persona che è finita nell’indagine dei magistrati: Ilda Boccassini, ex procuratrice aggiunta di Milano e vicina a Giovanni Falcone. Ilda “La Rossa”, come veniva chiamata ai tempi di Tangentopoli, ha detto ai magistrati di Firenze in un verbale del 10 giugno 2024 che a dare la notizia di un’indagine nei confronti di Silvio Berlusconi per legami con la mafia nel 1994 fu Gianni De Gennaro. Allora direttore della Dia-Direzione investigativa antimafia, poi capo della Polizia, direttore del Dis e sottosegretario del governo con delega ai servizi segreti, presidente di Finmeccanica, e da luglio 2023 del consorzio Eurolink (gruppo Webuild) per il ponte di Messina.La storia di Cangemi e BerlusconiLa storia che oggi Luigi Ferrarella racconta sul Corriere della Sera affonda le radici nella Prima Repubblica. Al centro c’è il collaboratore di giustizia Salvatore Cancemi. Che il 18 febbraio del 1994 negli uffici del Ros di Roma dice che un emissario di Berlusconi porta ogni mese 200 milioni di lire (pattuiti da Marcello Dell’Utri) al boss Pierino Di Napoli. Sia prima sia dopo le stragi di Falcone e Borsellino nel 1992. Subito dopo la vittoria di Forza Italia alle elezioni, il 21 marzo 1994, quel verbale finisce su Repubblica in un articolo a firma di Giuseppe D’Avanzo. Che nel 2011 muore per un infarto mentre è in bici. Ma prima del decesso proprio D’Avanzo, dice Boccassini, le fa il nome della fonte di quell’informazione: ovvero proprio Gianni De Gennaro. Con cui D’Avanzo ha avuto un lungo rapporto a partire dagli anni Ottanta.La testimonianza di BoccassiniBoccassini si presenta ai pm una prima volta e non dice il nome. Poi, davanti al rischio di indagine nei suoi confronti per false dichiarazioni al pm, si decide. È il 14 dicembre del 2021 e lei ha già pubblicato il libro La stanza numero 30 in cui parla dell’episodio e dà l’idea di sapere chi sia la fonte. Secondo il gip di Caltanissetta Santi Bologna quella fuga di notizie «bruciò di fatto le prime indagini sui presunti collegamenti tra Cosa Nostra, Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi». E così «mise al riparo Silvio Berlusconi da possibili sviluppi investigativi». Boccassini, in pensione dal 2019, nel libro racconta che nel 1994 non conosceva ancora D’Avanzo.I pedinamentiAll’epoca Di Napoli era pedinato, anche dai Ros di Mario Mori. «Proprio pochi giorni prima della sua morte improvvisa il 30 luglio 2011, alla mia ennesima sollecitazione finalmente D’Avanzo mi raccontò cos’era avvenuto 17 anni prima. Non c’è dubbio che la persona che si era rivolta a Peppe era consapevole del danno che sarebbe derivato alle indagini, né ho mai dubitato della genuinità del racconto di D’Avanzo, uomo e professionista non incline all’esagerazione o addirittura all’invenzione. Niente nomi, perché Peppe non c’è più e perché il suo interlocutore mi conosce bene. Forse sarebbe importante per tutti se volesse confrontarsi sui motivi che lo hanno spinto ad agire in quel modo», scriveva Boccassini nel libro.L’altra testimonianzaAnche Attilio Bolzoni, che firmò il pezzo con D’Avanzo nel 1994, pur opponendo il segreto professionale sulla fonte, testimonia che «si trattò di investigatori diversi dai comandanti Ros». Poi Boccassini il 10 giugno 2024 ai pm fiorentini Tescaroli e Turco, vuota il sacco: «Sì, non avendo altre alternative farò quel nome. Fu un dialogo brevissimo dove, dopo varie insistenze che io nel corso degli anni avevo già fatto al giornalista Peppe D’Avanzo, lui, proprio nel momento in cui stava per andare via da casa mia, mi disse… Fece un nome secco… ehm… del prefetto Gianni De Gennaro».Il trojan sul cellulareNon finisce qui. Il 20 giugno 2024, Firenze riceve atti dal procuratore di Caltanissetta Salvatore De Luca. E si scopre che nel 2022 l’ufficio di Caltanissetta, convocando come teste l’ex pm, con un trojan sul cellulare di Boccassini ne aveva intercettato due conversazioni per strada il pomeriggio del 4 e la mattina del 5 aprile 2022 con un giornalista in pensione amico sia suo sia di D’Avanzo. Boccassini dice: «Immagino sarà sulla stessa cosa del libro… di Firenze… il fatto di Peppe… la fonte… Non vedo altra cosa se non il solito… quattro righe… su Deg…».La risposta di De GennaroAnche De Gennaro finisce davanti ai pm. E nega tutto. Ma dice anche che Boccassini e D’Avanzo sono due persone serie. E sostiene che il giornalista nel 1994 è stato indotto in errore perché l’indagine dell’epoca non aveva De Gennaro come capo. Era invece destinata genericamente agli uffici della Dia. Ma, è l’interpretazione dell’ex superpoliziotto, qualcuno avrebbe veicolato il segreto facendo falsamente intendere di farlo con il suo placet.L'articolo L’ex pm Ilda Boccassini intercettata con un trojan sul cellulare: «De Gennaro era la fonte di uno scoop su Berlusconi e la mafia» proviene da Open.