Il “grande fratello” ora si chiama Max: da settembre i russi troveranno la app di messaggistica obbligatoria sui cellulari

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Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, tre anni e mezzo fa, i blogger militari si sono ritagliati uno spazio considerevole sull’app Telegram. Per fare due esempi: Rybar ha 1.2 milioni di iscritti; Wargonzo ne ha quasi 886.000. Da settembre però questa situazione potrebbe cambiare, perchè sarà operativa e preinstallata sui cellulari l’app di messaggistica Max.Max sostituirà una app di VK, gigante russo delle comunicazioni. In parallelo, diversi utenti hanno segnalato interruzioni nelle comunicazioni con Whatsapp e Telegram dall’inizio di agosto. Come evidenzia Moscow Times, ufficialmente l’autorità di regolamentazione statale Roskomnadzor ha dichiarato di aver bloccato “parzialmente” le chiamate per combattere frodi, estorsioni e terrorismo. I cronisti dell’agenzia di stampa Vyorstka, che lavorano in esilio, avendo ascoltato una fonte “vicina all’amministrazione presidenziale”, raccontano che il Cremlino ha ordinato ai funzionari di governo di trasferire i loro canali Telegram sull’app Max.A confermare questa iniziativa è arrivata una comunicazione dall’ufficio stampa della Duma: i suoi commenti saranno visibili esclusivamente su Max, e non più su Telegram. A corollario, tra le app obbligatorie gli utenti sui cellulari avranno lo store nazionale RuStore, per i dispositivi Apple, mentre l’app Lime HD TV sarà operativa dall’1 gennaio 2026. Che la strada sia segnata lo racconta anche Bbc Russian: la banca VTB ha già integrato una piattaforma di digital banking. Gosuslugi, il portale russo per i servizi pubblici verrà aggiunto nel 2026, insieme all’accesso al sistema di pagamento rapido della Banca centrale.Paradossalmente, tra i critici a questa svolta nazionalista ci sono proprio blogger militari ultra popolari come Rybar, secondo cui si tratta di una idea sbagliata, soprattutto se l’app è collegata a Gosuslogi. Il canale Telegram Scamshot sostiene che Max non solo raccoglie determinati dati (come l’indirizzo IP e le informazioni sull’attività dell’utente), ma si riserva anche il diritto di trasferirli a terze parti e agenzie governative come esplicitamente indicato nell’informativa sulla privacy del servizio. Il sito indipendente The Bell ha raccontato che alcune parti dell’app si basano su un codice open source sviluppato in paesi “ostili”, tra cui l’Ucraina.Ma chi c’è dietro Max? La proprietà è di Communication Platform che ha sede nella stesso stabile di VK. Il quotidiano economico russo Vedomosti riporta che le due società sono affiliate. VKontakte, social network di punta di VK, è supervisionato da Stepan Kovalchuk, parente del miliardario Yuri Kovalchuk, che gli Stati Uniti hanno definito il “banchiere personale” del presidente Putin.Se blogger come Rybar si sono mostrati scettici, il Cremlino può fare affidamento su altri sostenitori popolari come l’influencer Valya Karnaval e il comico Denis Dorokhov. Il panorama, dunque, è frastagliato: soprattutto, coloro che hanno seguito il conflitto tramite Telegram, si chiedono che fine farà l’app, così come Whatsapp. Anton Gorelkin, vicepresidente del Comitato per la politica dell’informazione della Duma, ha dichiarato a Reuters che Whatsapp “dovrebbe prepararsi a lasciare il mercato russo”.Telegram ha la sua popolarità in Russia e potrebbe trovare una soluzione aprendo un ufficio a Mosca, in conformità con le leggi che regolano le attività delle aziende straniere di telecomunicazioni. Il canale di messaggistica si è già registrato presso il Roskomnadzor; un tentativo per non soccombere a Max contando pure sulle pubblicazioni dei blogger militari, che dal primo giorno hanno raccontato l’operazione speciale Z.L'articolo Il “grande fratello” ora si chiama Max: da settembre i russi troveranno la app di messaggistica obbligatoria sui cellulari proviene da Il Fatto Quotidiano.