Dal 2018 è alla guida del Consiglio regionale di Mateh Binyamin, nel nord della Cisgiordania, il più grande del paese. Ma è anche il presidente dello Yesha Council, l’organizzazione che riunisce tutti gli insediamenti illegali costruiti nei decenni in Giudea e Samaria, nome con cui i coloni indicano i Territori palestinesi occupati. Israel Gantz è l’uomo che ha organizzato la cena alla quale ieri sera Benjamin Netanyahu ha partecipato dopo il gabinetto di sicurezza, mentre 350mila persone nelle strade di Israele chiedevano la fine della guerra a Gaza e il ritorno degli ostaggi.Ottimi rapporti con gli Stati Uniti – il 18 agosto ha incontrato lo speaker della Camera dei Rappresentanti Mike Johnson -, toni pacati e modi gentili, Ganz non è uno di quei coloni esagitati che vanno a occupare terre altrui a bodo di un bulldozer e con la pistola nella fondina. Però ha un obiettivo chiaro: far sì che le comunità che ricadono sotto la sua giurisdizione vengano considerate parte integrante dello Stato ebraico. Ovvero che Israele annetta la Cisgiordania. “Vivere in Giudea e Samaria dovrebbe essere come in qualsiasi altro luogo dello Stato di Israele – erano state le sua prime parole al momento della nomina alla guida dello Yesha Council -. Il futuro edilizio dello Stato è qui e dobbiamo impegnarci a fondo per sviluppare infrastrutture, luoghi di lavoro e commercio”. “Rafforzare la nostra presa sulla regione – aggiungeva – garantirà la sicurezza e il rafforzamento del Paese”.Come capo del consiglio di Mateh Binyamin, Ganz amministra un’area in cui vivono 82 mila persone ma che di fatto comprende centinaia di migliaia di ebrei nelle giurisdizioni limitrofe e quasi un milione di palestinesi. “La mia visione è quella di integrare Giudea e Samaria nello Stato di Israele in tutti i suoi aspetti”, spiegava a dicembre al Jerusalem Post, dopo la vittoria di Donald Trump alle presidenziali Usa. “Quando costruisco una casa ebraica in questa zona, i governi di tutto il mondo reagiscono. Il lavoro qui è sempre doppiamente complesso. Spero che sia giunto il momento che lo Stato di Israele decida che quest’area gli appartiene e se ne assuma la responsabilità”.Il 17 agosto Gantz ha ribadito di persona la richiesta a Netanyahu che quel giorno ha visitato l’insediamento di Ofra, nell’area di Binyamin, per il 50° anniversario della sua fondazione. Un’occasione che il premier ha colto per far sentire la propria vicinanza ai coloni: “Ci sono state molte cose che ho fatto e che la gente diceva che non avrei fatto, come Rafah e l’Iran”, ha detto il capo del governo riferendosi alle operazioni delle Israel Defense Forces nella Striscia di Gaza e alla “guerra dei 12 giorni” contro Teheran. Quindi la promessa: “Rafforzeremo la nostra presa sulla Terra d’Israele”.Non si tratta solo di promesse. Il 13 agosto il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha annunciato l’approvazione del “piano E1“, che prevede la costruzione di 3.401 nuove unità abitative nell’area Ma’ale Adumim, un progetto che spezza in due la Cisgiordania e interrompendo le vie di comunicazione tra Ramallah e Betlemme. E mettendo fine, di fatto, come “all’illusione palestinese” dei due Stati, come efficacemente chiosato dal leader del Partito Nazionale Religioso-Sionismo Religioso. “Un risultato storico per l’insediamento in preparazione all’attuazione della sovranità”, è stata l’esultanza di Gantz.Un entusiasmo che era alla base anche della cena alla quale Netanyahu è accorso dopo il gabinetto di sicurezza nel quale si sarebbe dovuto discutere della proposta di cessate il fuoco a Gaza avanzata da Hamas. Il convivio, tenuto a Gerusalemme nel quartiere Mishkenot Sha’ananim, luogo fortemente simbolico perché fu la prima colonia ebraica costruita fuori dalla Città Vecchia, è stato organizzato per celebrare il via libera arrivato a maggio alla costruzione di 22 nuovi insediamenti nel West Bank, tra cui Sa-Nur e Homesh, due ex colonie evacuate nel 2005 con il disimpegno di Israele dalla Striscia di Gaza. “Voglio congratularmi con coloro che hanno creduto nella visione che ci ha visti radicare nella terra che è stata nostra per migliaia di anni”, ha detto il premier che era in compagnia della moglie Sara e del ministro della Difesa Israel Katz.Ed è a Gaza che Netanyahu è voluto tornare, delineando quello che immagina sia il futuro di Israele: “Dirò una cosa: tutto è iniziato a Gaza e finirà a Gaza – ha detto il premier -. Non lasceremo lì quei mostri, libereremo tutti i nostri ostaggi, faremo in modo che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele”, ha aggiunto, sottolineando il fatto l’impegno profuso dal governo nel bloccare la creazione di uno Stato palestinese. “Lo stiamo facendo, insieme – ha detto Netanyahu all’uditorio, particolarmente sensibile alle ragioni dei coloni -. Ho detto che avremmo costruito e mantenuto parti della nostra terra, della nostra patria, e lo stiamo facendo”.Parole che si sono guadagnate il plauso di Gantz: “Ora, membri del governo, dobbiamo procedere per applicare la sovranità ai territori di Binyamin, Giudea e Samaria – ha detto il presidente dello Yesha Council salutando il premier e il ministro Katz seduti in prima fila -. Tutto il popolo di Israele vi sostiene ed è orgoglioso di voi. Mai nessuna questione ha ricevuto un sostegno così schiacciante alla Knesset”.(Foto da X)L'articolo Gaza, Netanyahu alla cena organizzata dal capo dei coloni per celebrare la costruzione di 22 nuovi insediamenti proviene da Il Fatto Quotidiano.