Filippo Di Terlizzi, figlio di Cecilia De Astis, la donna investita e uccisa a Milano da un’auto guidata da un tredicenne rom che insieme a tre coetanei aveva rubato la vettura a dei turisti francesi, si è presentato questa mattina di fronte al Tribunale dei Minori dove si terrà l’udienza che dovrà decidere l’affidamento dei ragazzi alle comunità. “Cosa mi aspetto dall’udienza di oggi? Che la magistratura faccia il suo lavoro, devono inquadrare e valutare questi ragazzini, inquadrarli all’interno del loro ambito familiare”, ha dichiarato Di Terlizzi a La Presse.“È una situazione che già si conosce perché si sa di che cosa vivono, di quali espedienti vivono queste persone, si sa che vivono di furti, non nascondiamocelo. Dobbiamo essere forti tutti insieme, coesi in questa situazione e ribellarci e farci sentire”, ha aggiunto. Nel giorno del funerale della madre, il figlio aveva sottolineato come la responsabilità non possa ricadere soltanto sui minorenni: “Non si può riversare tutta la colpa ai ragazzini proprio perché non hanno ancora la maturità per rendersi perfettamente conto delle loro azioni, ma questo non toglie che siano comunque responsabili. Evidentemente non hanno sviluppato una coscienza e un rispetto per il prossimo, cosa che non c’è, come dimostra il fatto che dopo l’incidente hanno abbandonato l’auto rubata e sono fuggiti”. Di Terlizzi ha poi aggiunto: “Sono stati educati a rubare e, in questo caso, anche a uccidere, senza porsi un minimo problema di coscienza”. Infine, alla domanda su quale sia per lui una giustizia giusta, ha risposto: “La giustizia potrebbe essere quella di mandare questi ragazzini in un riformatorio, in un luogo dove possono essere rieducati, per quanto si possa rieducare chi è stato introdotto nella società con queste modalità, e fare in modo che tramite l’istituzione queste persone non abbiano più modo di nuocere ai cittadini, togliendoli da questo Paese”.Questo articolo Cecilia De Astis uccisa da auto pirata a Milano, il figlio: “Ragazzini vanno rieducati per non nuocere” proviene da LaPresse