Mer, 27 Ago 2025Dalla prossima settimana si entra nel vivo sulla questione Meazza, in attesa di conoscere possibili sviluppi sull’inchiesta della Procura sull’urbanistica milanese.DiRedazioneCondividi l'articoloLo stadio di San Siro (Foto: Marco Luzzani/Getty Images)Si avvicina sempre di più il momento decisivo per capire il futuro di San Siro. Salvo sorprese legate a sviluppi giudiziari, infatti la vendita del Meazza a Inter e Milan approderà presto al voto del Consiglio comunale.Come riporta l’edizione milanese de La Repubblica, martedì 2 settembre è previsto un vertice tra esponenti Partito Democratico, la vicesindaca Anna Scavuzzo, che ha ereditato l’assessorato all’Urbanistica dopo le dimissioni di Giancarlo Tancredi, lo staff del sindaco e alcuni tecnici di Palazzo Marino. L’incontro servirà a illustrare i termini dell’intesa al partito di maggioranza, così che i consiglieri possano iniziare a chiarirsi le idee su cosa saranno chiamati ad approvare o respingere.Quello sarà soltanto il primo appuntamento di un percorso che prevede una serie di commissioni dedicate, nel corso delle quali l’accordo firmato con i club verrà sottoposto all’attenzione di tutti i consiglieri. Da qui dovrà poi emergere la data precisa della riunione di giunta che formalizzerà la delibera sulla vendita: vista la ristrettezza dei tempi, il documento potrebbe ricevere l’ok degli assessori già entro la prossima settimana o, al più tardi, in quella successiva. Seguirà il passaggio in Consiglio, dove gli equilibri restano fragili e in costante movimento, anche in ragione dello sconto da 30 milioni che il Comune ha deciso di applicare sul prezzo di stadio e aree circostanti (197 milioni di euro la cifra stabilita dall’Agenzia delle Entrate), attraverso un meccanismo di scomputi che riguarda diverse voci della cessione.Al momento i voti per l’approvazione sembrano esserci. Tra i 31 consiglieri di maggioranza (senza contare il sindaco Giuseppe Sala), i contrari netti sono sei: i tre rappresentanti dei Verdi — Gorini, Cucchiara e Monguzzi —, il consigliere del gruppo misto Enrico Fedrighini e i due dem Alessandro Giungi e Rosario Pantaleo. Più incerta la posizione di altri cinque consiglieri: Marco Fumagalli della Lista Sala potrebbe astenersi, mentre quattro esponenti del PD oscillano tra due possibili astensioni e due “sì” condizionati. Va però ricordato che, fino a questo momento, non è ancora circolata neppure una bozza di contratto: il dibattito resta quindi in gran parte teorico e strategico. La linea è quella del “prima vedere cammello”, non solo tra i dem.L’opposizione, stando alle dichiarazioni dei capigruppo e dei segretari locali, potrebbe optare per non partecipare al voto, lasciando così la responsabilità interamente alla maggioranza. In caso di centrodestra fuori dall’aula, i numeri sarebbero comunque sufficienti: con 31 consiglieri di maggioranza, anche sottraendo i 10 potenziali contrari, resterebbero 21 voti favorevoli, che diventerebbero 22 contando il sindaco Sala. Tuttavia, il quadro cambierebbe se altri esponenti di maggioranza decidessero di sfilarsi all’ultimo o se il centrodestra modificasse la propria strategia e qualcuno scegliesse di votare contro: in quel caso, già con otto “no” interni la tenuta del progetto sarebbe a rischio.Il gioco dei numeri resta comunque aleatorio, viste le molte variabili tra assenze, astensioni e defezioni. Senza dimenticare il possibile ruolo della segreteria nazionale: al momento Elly Schlein è concentrata sulle Regionali, ma si occuperà di Milano solo quando i contorni della vicenda San Siro saranno più chiari. A quel punto deciderà se intervenire direttamente o restare defilata.Va da sé che tutto questo scenario si basa sull’assenza di novità dal fronte giudiziario. Lo sconto di 30 milioni sul prezzo, infatti, potrebbe attirare ulteriori attenzioni della Corte dei Conti, che già da tempo osserva con attenzione il dossier Meazza. Resta poi il nodo del vincolo, su cui pendono diversi esposti. Se uno solo di questi elementi dovesse incidere, la partita cambierebbe completamente e si sposterebbe fuori dall’aula di Palazzo Marino. Per ora, gli ultimi conteggi parlano di sei voti contrari sicuri, a cui potrebbero aggiungersi fino a cinque defezioni.Developed by 3x1010