AGI - Dossier 'sospeso' nel centrodestra, in attesa di una nuova riunione tra i leader per completare le candidature alle regionali d'autunno. Ufficializzata la corsa in Toscana di Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia e coordinatore regionale di FdI, resta congelato il 'nodo' Veneto. Uno stallo che si riempie, tuttavia, di altri tasselli. Come l'ipotesi di una trattativa nel centrodestra sulla candidatura per Palazzo Balbi del leghista Lorenzo Fontana, attuale presidente della Camera. Il tutto mentre prende corpo la possibilità che Luca Zaia rinunci a una propria lista autonoma (sminando cosi' le tensioni nella coalizione) e si candidi come capolista della Lega in tutti i collegi della regione.Veneto, Puglia e Campania dossier ancora apertiIl Veneto rimane quindi il groviglio principe, ragiona un big della coalizione, che una volta sciolto potrà contribuire a definire - a cascata - anche le candidature mancanti in Puglia e in Campania. Il dopo Zaia sarà, quindi, il tema centrale sul prossimo tavolo tra i big della maggioranza - non c'è ancora una data ufficiale - per chiudere la trattativa dopo il vertice notturno del 21 luglio scorso. Giorgia Meloni è attesa domani al Meeting di Rimini, al debutto da presidente del Consiglio. Una prima occasione di confronto tra leader del centrodestra potrebbe arrivare già giovedì a Palazzo Chigi a margine della riunione del Consiglio dei ministri. Nel centrodestra "abbiamo sempre scelto di far prevalere l'unità e il valore dei candidati, non l'occupazione delle caselle. Lo faremo anche per il Veneto e per le altre regioni al voto", assicura Francesco Lollobrigida. Nei prossimi giorni la premier dovrà quindi decidere se aprire all'ipotesi di non rivendicare la candidatura in Veneto per Fratelli d'Italia lasciando Palazzo Balbi alla Lega. Nel caso dovesse passare la linea del Carroccio "squadra che vince non si cambia", il nome in campo è quello del vicesegretario Alberto Stefani. Poi si ragiona anche su Lorenzo Fontana. Un profilo istituzionale e leghista che potrebbe rappresentare un punto di caduta nella coalizione, gradito, ad esempio, a Maurizio Lupi. "Perché no?", ha detto nei giorni scorsi il presidente di Noi Moderati. Al momento non ci sono certezze. Rimane tuttavia la risposta del presidente della Camera di fine luglio durante la cerimonia del Ventaglio che sembrava allontanare una sua eventuale discesa in campo. "Non sono una persona a cui piace lasciare i lavori a metà", le parole del presidente della Camera.Determinante, per la partita veneta, sarà ancora Luca Zaia, bloccato dal limite dei due mandati. "La lista di Zaia non ha alcun significato perché non è che ogni esponente di partito può fare una sua lista", la linea di Forza Italia ribadita dal segretario Antonio Tajani. Diversa sarebbe una corsa del governatore uscente per il Consiglio regionale come capolista in tutte le province. "Sarebbe un notevole upgrade per la Lega", commenta l'assessore regionale veneto Roberto Marcato, uno dei primi a suggerire questa soluzione. Si attende poi, sempre nel centrodestra, la schiarita - non c'è nulla di scontato - in Puglia (Mauro D'Attis di FI è uno dei candidati in campo, ma potrebbe spuntare un altro nome ancora 'coperto') e in Campania (Nm ha proposto Mara Carfagna poi si ragiona su Edmondo Cirielli, Giosy Romano e su Gianfranco Nicoletti, rettore dell'ateneo Vanvitelli).