Dall’Asia a Cipro: le imprese di Kairat Almaty e Pafos, che sfideranno le big d’Europa nella Champions 2025

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Real Madrid e Liverpool, Napoli, Inter, Atalanta e Juve, che per giocare la Champions League devono coprire una distanza di quasi 6.500 chilometri. Oppure fare visita a una cittadina di poco più di 30mila abitanti. Due scenari che non si verificano tutte le stagioni, ma che nella prossima edizione potrebbero accadere, grazie a due prime volte assolute. Due storie incredibili che rispondono ai nomi di Kairat Almaty e Pafos, qualificate entrambe alla fase campionato della Champions 2025. La prima arriva dall’est, dall’estremo confine tra Europa e Asia. La seconda invece da Cipro. Una doppia impresa sportiva.Kairat Almaty, una parabola impronosticabileNel caso del Kairat Almaty si può tranquillamente parlare di favola. Oppure per non essere banali di prova di coraggio. D’altronde “kairat” in lingua kazaka significa proprio questo: coraggio. La seconda squadra del Kazakistan ad arrivare in Champions League dopo l’Astana nel 2015. Olimpija Ljubljana, Kuopion Palloseura, Slovan Bratislava, Celtic Glasgow. Un poker calato per entrare nella storia del calcio kazako e della massima competizione europea per club. Nessuno ci avrebbe scommesso. Soprattutto, nessuno avrebbe puntato nel passaggio del turno contro il Celtic, un club che sembrava fuori categoria per il Kairat, con il suo passato glorioso e una Coppa Campione in bacheca. E invece i ragazzi di Rafael Urazbakhtin hanno retto ai 60mila di Glasgow, stretto i denti in casa quando le energie stavano venendo meno, trovando poi la gloria ai calci di rigore grazie alle tre parate del 21enne Temirlan Anarbekov. Un portiere che nemmeno doveva essere in campo. È infatti il secondo di Aleksandr Zaruckij, l’eroe della vittoria, sempre ai rigori, contro lo Slovan Bratislava.Ma i due portieri non sono gli unici protagonisti del miracolo Kairat. La qualificazione poggia anche su altre colonne, tra le quali ne spicca una di appena 17 anni: Dastan Satpaev. Un classe 2008 d’eccezione da queste parti. Tecnica, velocità, precisione e visione della porta. Non è un caso che il Chelsea lo abbiamo già acquistato per il 2026. Satpaev ha messo la sua firma sulla Champions League dei gialloneri con le reti contro l’Olimpia Lubiana, il gol e l’assist coi finlandesi del KuPS e la rete segnato all’andata contro lo Slovan Bratislava. Insieme a lui, fondamentali sono stati l’ala sinistra portoghese Jorginho, il centrocampista kazako Sadybekov e l’esperto difensore bielorusso, nonché capitano della squadra, Martynovich.Fondata nel 1954 con il nome Lokomotiv Alma Ata e soprannominati “Halyq komandasy’’ (Squadra della Nazione), il Kairat Almaty è stato l’unico club kazako presente nel massimo campionato sovietico, ma è dopo la fine dell’Unione Sovietica che sono arrivati titoli: 4 campionati (ultima vittoria nel 2024), 10 coppe nazionali e 3 supercoppe. Da Almaty non sono passati solo giocatori locali, ma anche nomi protagonisti dei palcoscenici europei, come il brasiliano Vagner Love e soprattutto l’ex Arsenal Andrey Arshavin, entrambi dal 2016 al 2018. Quella del Kairat è stata un’ascesa lenta ma costante, che adesso è pronta a vivere un nuovo capitolo, insieme alle squadre più importanti del mondo. La città più popolosa del Kazakistan (quasi due milioni di abitanti) è finalmente arrivata al centro della scena calcistica europea.Pafos, sulla scia dell’Apoel NicosiaManca un minuto quando Pepe batte un calcio di punizione dalla destra. La palla finisce sul primo palla, viene colpita al volo da un giocatore entrato in campo poco prima. Si chiama Jaja, pseudonimo di Jair Diego Alves de Brito. La sfera prende una traiettoria strana, supera il portiere della Stella Rossa Matheus, si infila nell’angolo lontano. Non è solo la rete del pareggio, ma è anche la rete più importante della storia del Pafos. Quella che regala la prima volta in Champions League al club biancoblù. Un risultato ottenuto contro pronostico e soffiato a società ben più abituate a calcare questi palcoscenici. Il Pafos infatti non ha eliminato solo la Stella Rossa (espugnando il mitico Marakana di Belgrado), ma anche la Dinamo Kiev e il Maccabi Tel Aviv.Artefice di questo piccolo capolavoro il tecnico Juan Carlos Carcedo, una vita a fare esperienza come vice in grandi panchine: dal Valencia al PSG; dal Siviglia all’Arsenal. A Cipro lo spagnolo ha imparato a vincere, mettendo insieme un gruppo voglioso di togliersi soddisfazioni. Oltre a quello di Jaja, la qualificazione del Pafos nasce dalle reti di Joao Correira, dalle giocate del croato Mislav Orsic, dall’ex Perugia e Virtus Entella Vlad Dragomir e dalla tecnica dello svedese Muamer Tanković. Ma centrali sono stati anche in mezzo al campo Ivan Šunjić e Pedro Rodrigues (sua la rete decisiva a Belgrado). Senza poi dimenticare il recente acquisto del 38enne David Luiz. Una sorta di multinazionale dove di ciprioti se ne vedono pochi.Da Pafo a alla capitale cipriota Nicosia ci sono 150 chilometri. La tranquilla cittadina di 32mila abitanti è lì che ha guardato come fonte d’ispirazione per la propria scalata nazionale ed europea. Le avventure dell’Apoel in Champions League, l’incredibile quarto di finale contro il Real Madrid nell’edizione 2011/12, il merito di aver fatto parlare di Cipro per qualcosa che non fosse la linea di demarcazione che divide la parte greca con quella turca dell’isola. I biancoblù odierni hanno poco più di dieci anni di vita. La data cardine è il 10 giugno 2014, il momento dell’ultima fusione che ha dato inizio a una nuova storia.Fino al 2000 il club si chiamava “Evagoras Paphos“, in onore dell’eroe della resistenza locale Evagoras Pallikarides, poeta e membro dell’organizzazione paramilitare EOKA, giustiziato nel 1957 dagli inglesi. Nel primo anno del nuovo millennio la squadra si unisce all’APOP Pafos per formare l’AEP Pafos, anch’esso poi tramontato nel 2014 dopo la fusione con l’AEK Kouklion. Il prodotto finale è all’attuale Pafos Fc. La partenza dalla seconda serie nazionale, l’immediata promozione al termine della stagione 2014/15, la retrocessione e il ritorno in massima serie per poi non fermarsi più. Da quel momento in avanti la crescita del Pafos è stata costante, ambiziosa, creando i presupposti per i primi risultati storici: la Coppa di Cipro nel 2023/24, la qualificazione in Conference League dove ha raggiunto gli ottavi di finale, il primo scudetto alla fine della scorsa stagione, vinto con due turni d’anticipo. Il trampolino di lancio verso questa avventura andata oltre ogni aspettativa, passata sopra club che rappresentavano fino a poco tempo fa termini di paragone improbabili. Un viaggio adesso da fare insieme a club come Manchester City, Juventus o Barcellona. Lungo lo stesso solco tracciato dall’Apoel Nicosia.L'articolo Dall’Asia a Cipro: le imprese di Kairat Almaty e Pafos, che sfideranno le big d’Europa nella Champions 2025 proviene da Il Fatto Quotidiano.