Situazione preoccupante in Italia, niente più lavoratori nel nostro Paese. Ecco cosa accadràNegli ultimi anni, l’Italia sta affrontando difficoltà legate soprattutto al capitale umano. Sempre più cittadini, soprattutto giovani, decidono di lasciare il Paese.L’obiettivo è quello di trovare occupazioni migliori, stipendi più alti e stabilità. Tale situazione però, potrebbe portare a conseguenze drastiche per il futuro.Questo fenomeno infatti, riguarda tutti: menti brillanti, professionisti super qualificati, operai, tecnici, artigiani, infermieri, ecc.Tuttavia, ora a preoccupare davvero è il nuovo allarme emerso di recente, secondo il quale di questo passo, sarà vietato lavorare in Italia.Vietato lavorare in Italia: l’allarme lanciatoLA CGIA di Mestre attraverso uno studio, ha analizzato i dati forniti dal Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere, portando alla luce un dato sconvolgente: entro il 2029, le imprese italiane dovranno sostituire 3 milioni di lavoratori, pari al 12,5% della forza lavoro attuale. Una cifra enorme, dovuta in gran parte ai pensionamenti e ai ritiri volontari dal mondo del lavoro.Siamo quindi di fronte a un ricambio epocale da un lato, le uscite di massa dovute all’invecchiamento della popolazione lavorativa, dall’altro, una generazione giovane sempre più assente o in fuga con un sistema scolastico e formativo che spesso non riesce a colmare il gap di competenze richieste dalle imprese. Una situazione che mette in allarme il nostro Paese, con un esodo che avrà conseguenze sociali, economiche ed occupazionali di portata storica.Vietato lavorare in Italia – Fonte Pexels – Circuitolavoro.itLe regioni più colpiteCome riporta quifinanza.it, le regioni più coinvolte dalla domanda di sostituzione saranno quelle chiaramente, dove la popolazione lavorativa è più numerosa e tendenzialmente ha una età media più elevata. Al primo posto c’è la Lombardia che sarà chiamata a rimpiazzare 567.700 lavoratori. Seguono il Lazio con 305.000 e il Veneto con 291.200. In coda alla graduatoria notiamo l’Umbria con 44.800, la Basilicata con 25.700 e, infine, il Molise con 13.800 unità.Il progressivo invecchiamento della forza lavoro privata in Italia è strettamente legato alle uscite per raggiunti limiti di età. Questo fenomeno è ben evidenziato dall’indice di anzianità: nel 2021 era pari al 61,2, è salito al 62,7 nel 2022 e ha raggiunto il 65,2 nel 2023, con un incremento di 4 punti in appena due anni. In pratica, oggi ogni 100 dipendenti con meno di 35 anni corrispondono 65 lavoratori con oltre 55 anni. Le ragioni di questa dinamica sono diverse. Da una parte l’ingresso ridotto di giovani nel mercato del lavoro rispetto alle coorti più anziane, dall’altro, la permanenza più lunga dei lavoratori maturi nelle aziende. Questi fattori, insieme, spingono l’indice verso livelli critici.The post Ultim’ora, “Vietato lavorare in Italia”: 3 milioni già costretti a espatriare | Cittadini non c’è molto che possiate fare appeared first on Circuito Lavoro.