Palazzo Chigi, "No all'invio di militari italiani e garanzie sul modello Nato"

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AGI - Nella riunione sull'Ucraina che si è tenuta oggi a Palazzo Chigi, convocata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e alla quale hanno preso parte il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il vice presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e il ministro della Difesa Guido Crosetto è stato ribadito "come non sia prevista alcuna partecipazione italiana a un'eventuale forza multinazionale da impegnare in territorio ucraino", mentre - e questa è una novità - "sono al vaglio ipotesi di monitoraggio e formazione al di fuori dei confini ucraini solo una volta raggiunta la cessazione delle ostilità".Nel corso dell'incontro, si legge ancora in una nota di palazzo Chigi, "sono state approfondite le opportunità di dialogo verso una pace giusta, che si sono dischiuse nelle ultime settimane. Si tratta di un percorso la cui chiave di volta è costituita da robuste e credibili garanzie di sicurezza per l'Ucraina, da elaborare insieme agli Stati Uniti e ai partner europei e occidentali. L'Italia sta fornendo un contributo alla loro definizione con la proposta di un meccanismo difensivo di sicurezza collettiva ispirato all'articolo 5 del Trattato di Washington".Poco prima che venisse divulgata la nota, era sceso in sala stampa Tajani per presentare la riorganizzazione della Farnesina approvata dal Consiglio dei ministri. Anche in questa occasione il capo della diplomazia ha reiterato che "non invieremo militari in Ucraina". "Riteniamo che sia più forte ispirarsi all'articolo 5 della Nato per garantire la sicurezza, con gli Stati Uniti e altri Paesi che firmano un trattato con l'Ucraina di mutua assistenza e in caso di attacco esterno intervengono a difesa", ha spiegato Tajani.Alle domande dei giornalisti se l'Italia effettuerà operazioni di sminamento in Ucraina, Tajani ha poi risposto: "Noi abbiamo un saper fare, delle capacità in questo settore, vediamo se ci saranno richieste". Ad ogni modo, ha chiarito il ministro, "siamo in una fase teorica, la guerra è ancora in corso" e "finché c'è la guerra non succede nulla". E comunque sia non si tratterebbe di "truppe che vanno a occupare il territorio ucraino", ha sottolineato il ministro.Per lo sminamento, ha poi osservato il titolare della Farnesina, "ci sono i militari ma anche imprese private" in grado di realizzarlo "però è una questione umanitaria". Comunque "prima bisogna far finire la guerra, perché poi parliamo di cose che avverranno se e quando finirà la guerra. E noi stiamo facendo di tutto perché la guerra finisca". Su questo ultimo punto, la fine della guerra, Tajani ha poi detto che, a suo parere, non sarà possibile "prima della fine dell'anno".Il vice premier ha poi duramente criticato gli ultimi attacchi russi: "È assolutamente inaccettabile quello che sta facendo la Russia in questo momento, che non sta attaccando le forze armate ucraine, sta attaccando la popolazione civile. Quindi valuteremo" sabato, alla riunione informale dei ministri degli Esteri Ue a Copenaghen, "se ci sarà la possibilità di infliggere nuove sanzioni alla Russia. Io credo che bisogna infliggere sanzioni di tipo finanziario alla Russia, perché il tema è proprio quello, il finanziamento dell'esercito russo".In un post su X Meloni ha affermato che "gli intensi attacchi di questa notte su Kiev dimostrano chi sta dalla parte della pace e chi non ha intenzione di credere nel percorso negoziale. I nostri pensieri vanno al popolo ucraino, ai civili, ai familiari di vittime inermi, tra cui anche bambini, degli insensati attacchi russi".