Una «piccola impresa informale». Che faceva lavori di ristrutturazione. Incassando i compensi in nero. Con il dettaglio che ad averla aperta sono stati otto poliziotti in servizio nel reparto mobile di via Veglia a Torino. Tra febbraio e ottobre 2024 hanno truccato fogli di presenze addebitando straordinari mai eseguiti e usato mezzi di servizio per scopi privato. Ovvero hanno smaltito rifiuti infombranti o rottami ferrosi durante l’orario di servizio, hanno fatto lavori di giardinaggio, ristrutturazioni o traslochi. E c’è chi ha usato i furgoni della polizia per caricare e scaricare legnami. Mentre uno dei poliziotti è stato fotografato insieme a dei muratori in casa. Mentre aveva detto che avrebbe seguito un corso di aggiornamento sulla violenza di genere.Gli indagatiL’indagine di Torino contesta i reati di falso, truffa, peculato e false attestazioni. Il Corriere di Torino scrive che dagli accertamenti del pm Giovanni Caspani è emerso che gli agenti avevano costituito una «piccola impresa informale». In questo modo alcuni non solo hanno realizzato un cumulo di stipendi, ma hanno anche addebitato all’Amministrazione di riferimento (il Ministero degli Interni, che figura come persona offesa) compensi per lavoro straordinario mentre portavano avanti l’attività parallela. Non sono stati sospesi dal servizio, ma gli hanno ritirato l’arma. Alcuni riscontri sarebbero già emersi nell’estate 2024: agli atti ci sono immagini che mostrano gli agenti mentre scaricano macerie e laterizi dai furgoni in dotazione al reparto.L'articolo I poliziotti che facevano lavori in nero durante il servizio a Torino proviene da Open.