“L’omosessualità è stata o no classificata come malattia in Europa? Sì. È considerata malattia in altre parti del mondo? Sì. In alcuni è pure reato e si viene impiccati. Poi il politicamente corretto sistema tutto. Ma qualche scienziato prima del woke e del gender aveva messo nero su bianco trattarsi di malattia“. È bufera per le frasi sull‘omosessualità scritte sui social da Antonio Lamiranda, esponente di Fratelli d’Italia, assessore all’Urbanistica, Strade ed Infrastrutture e Ambiente di Sesto San Giovanni.Il politico commenta sui social la notizia del ritiro dalla boxe di Imane Khelif, la pugile algerina oro (tra le polemiche) a Parigi 2024, definendolo “una farsa” e attaccando sia la decisione dell’atleta di non sottoporsi a “test cromosomico” per “non dover ammettere di essere un uomo che ha imbrogliato il mondo”, sia lo spirito olimpico “definitivamente morto in nome delle teorie gender e woke”. Sotto al posto decine di commenti, tra cui quello di un follower critico che gli chiede conto di una affermazione “di qualche mese fa”: “Visto che si parla ancora oggi di gender e woke: io ancora attendo dove sarebbe necessaria la certificazione di omosessualità in Italia da lei citata qualche mese fa. Seguendo il suo stesso ragionamento, possiamo affermare che visto il silenzio in tal senso è stata anche quella ‘una farsa’? Alla fine, gli omosessuali non sono più malati ‘per il politicamente corretto’, disse qualcuno: no?”. Da qui la risposta del politico che, di fatto, ribadisce il concetto: il politicamente corretto ha “sistemato” tutto.Quando qualcuno gli fa notare il suo ruolo istituzionale, Lamiranda non ritratta, ma anzi puntualizza che “nulla ha a che vedere con il mio libero pensiero che credo possa ancora esprimere senza necessariamente dovermi uniformare alla massa collettiva di pensatori a rimorchio”. E torna a ribadire che “In Italia si veniva riformati (rectius congedati d’ufficio) alla leva militare per omosessualità. Nel caso in esame poi non parliamo di omosessualità ma di transgender ovvero di transessualità. È stata anch’essa considerata malattia? SI. Fino a quando? Credo cinque/sei anni fa ora è declassata a ‘incongruenza di genere‘ che già definita cosi, per venire incontro alle teorie woke e gender, fa rabbrividire”.Poco dopo la replica polemica del segretario del Pd di Sesto, Marco Tremolada: “Chi è chiamato protempore a ricoprire ruoli di spicco nell’amministrazione della nostra città è chiamato a farlo nel rispetto di tutti i cittadini e non con l’obiettivo di dividere e creare differenze – attacca – È inaccettabile che un rappresentante delle istituzioni diffonda disinformazione, tanto più su un tema sul quale esiste da decenni un chiaro consenso scientifico: l’omosessualità non è una malattia”. “Il minimo che ci aspettiamo – conclude il Pd – sono le scuse ma quello che servirebbe sono seri e evidenti provvedimenti da parte di una amministrazione che ci auguriamo non si riconosca nelle dichiarazioni di un suo esponente e che voglia prenderne subito le distanze”.L'articolo “L’omosessualità era una malattia, poi il politicamente corretto ha sistemato tutto”: bufera per le frasi dell’assessore di FdI proviene da Il Fatto Quotidiano.