Apple sta valutando una mossa che potrebbe cambiare radicalmente il futuro di Siri. E sì, stavolta c'è di mezzo anche Google, incredibile ma vero.L'azienda di Cupertino è in trattative con Google per integrare Gemini, il modello d'intelligenza artificiale generativa sviluppato da Mountain View, all'interno del suo assistente vocale Siri. Una sorta di "episodio crossover" che sarebbe stato praticamente impensabile fino a poco tempo fa.Il patto col nemico potrebbe, però, essere l'unico modo per recuperare terreno in termini di AI. La scelta arriva in un momento delicato: Apple è rimasta indietro rispetto a concorrenti come OpenAI e Anthropic, che hanno già portato sul mercato soluzioni più avanzate. Con questa possibile collaborazione, la società guidata da Tim Cook punta a colmare rapidamente il divario e a offrire un'esperienza d'uso più evoluta ai propri utenti. Negli ultimi anni, Siri ha perso terreno rispetto ai rivali. Assistenti come ChatGPT o Claude hanno mostrato capacità conversazionali più naturali e funzioni più versatili, lasciando Apple in affanno. La società aveva annunciato un grande aggiornamento dell'assistente, capace di sfruttare i dati personali per eseguire comandi complessi, ma il progetto ha subito ritardi e slittamenti. Queste difficoltà hanno spinto il team guidato da Craig Federighi e Mike Rockwell a valutare soluzioni alternative. Apple ha messo a confronto due strade: continuare a sviluppare i propri modelli linguistici interni oppure affidarsi a partner esterni in grado di accelerare i tempi. Internamente il progetto si divide in due versioni, "Linwood", basata su modelli proprietari, e "Glenwood", costruita su tecnologie di terze parti.La decisione non è banale. Apple ha sempre difeso l'idea di mantenere controllo, privacy e sicurezza sui processi che avvengono sui dispositivi degli utenti. Aprirsi a partner esterni significherebbe cambiare approccio, spostando parte del lavoro su Private Cloud Compute, l'infrastruttura di server proprietari che esegue i modelli IA lontano dagli iPhone o dai Mac. Secondo le ultime indiscrezioni portate alla luce da Mark Gurman su Bloomberg, tra i partner esterni valutati da Apple ci sarebbe proprio l'acerrimo rivale Google, che sembra addirittura quello più accreditato ad oggi.Cupertino ha già avviato contatti per capire se il modello Gemini possa diventare la base della nuova versione di Siri, già in fase di addestramento per girare direttamente sui server Apple. Non si tratta però di un'esclusiva. Prima di aprire il tavolo con Google, Apple aveva parlato con Anthropic e OpenAI, valutando i loro modelli Claude e ChatGPT. Anthropic sembrava il candidato più probabile, ma le richieste economiche hanno spinto Apple a guardare altrove. La ricerca di un equilibrio tra costi, prestazioni e tempi di sviluppo è il motivo principale per cui Cupertino non ha ancora preso una decisione.Intanto, il team di intelligenza artificiale di Apple continua a lavorare su soluzioni interne, compreso un modello da un trilione di parametri pensato per scopi di ricerca. Ma la pressione del mercato, unita alla fuga di alcuni ingegneri chiave verso competitor come Meta, rende concreta l'idea che il futuro di Siri possa essere ormai nelle mani di Google. E sarebbe davvero clamoroso.L'articolo Apple fa il patto col nemico: Siri sarà più smart con l'aiuto di Gemini? sembra essere il primo su Smartworld.