Truppe in Ucraina, il gelo dell’Italia. Procaccini (FdI): «Mandiamo gli sminatori». Picierno (Pd): «Si valuti missione di peace-keeping» – Il video

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Da Rimini – A una settimana dal maxi-vertice alla Casa Bianca tra Donald Trump, Volodymyr Zelensky e i leader europei i negoziati tra Russia e Ucraina sono tornati a languere. Del faccia a faccia Putin-Zelensky che era dato per imminente tuttora non c’è traccia, dei bombardamenti e battaglie quotidiane sul terreno sì. I leader dei Paesi occidentali si concentrano nel frattempo sul delicato lavoro di messa a punto delle garanzie di sicurezza da fornire all’Ucraina per acconsentire al futuribile cessate il fuoco. Ma se il governo Meloni ha sottolineato con orgoglio l’avanzamento dell’idea italiana di offrire a Kiev un impegno di futuro sostegno sul modello dell’articolo 5 della Nato – cioè assistenza militare automatica dei Paesi alleati in caso d’attacco – in Italia resta difficilissimo trovare chi riconosca che in caso di nuove aggressioni russe anche il nostro Paese dovrebbe sostenere coi suoi uomini l’Ucraina. Di Matteo Salvini si conosce l’opinione, reiterata a giorni alterni, se necessario pure in dialetto: «Se Macron ci tiene, metta l’elmetto e a combattere in Ucraina ci vada lui». Ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sì preso le distanze dal “collega” vicepremier sugli attacchi al capo dell’Eliseo. Ma nella sostanza non lo ha smentito: «Noi non siamo per inviare truppe», ha chiarito. Se mai, considerata l’eccellenza italiana nel campo, «potremmo dare un contributo importante per lo sminamento sia marittimo che terrestre». La frenata di Procaccini, la prudenza di Picierno A benedire quella postura dal campo di Fratelli d’Italia è oggi Nicola Procaccini, leader dei meloniani al Parlamento europeo. «Non facciamo l’errore di sovrapporre le garanzie di sicurezza offerte da uno strumento modello articolo 5, quindi la difesa comune in caso di violazione di futuri accordi di pace, col progetto di inviare forze militari di interposizione sul confine», spiega Procaccini a Open. «La prima è una proposta italiana. La seconda, molto più problematica, è stata proposta dai cosiddetti Volenterosi. Non è la proposta italiana», mette in chiaro l’uomo di Meloni. E dunque l’Italia «darà un altro tipo di contributo, e quello proposto da Tajani è di buon senso, considerato che l’Italia eccelle nelle capacità di sminamento di terreni minati». Tra i rappresentanti italiani di vertice in Ue, chi apre una porticina al possibile futuro dispiego di forze italiane, con tutta la prudenza del caso, è Pina Picierno. La vicepresidente del Parlamento europeo, leader del fronte riformista del Pd, è una delle sostenitrici più combattive della causa ucraina, tanto da essere regolare bersaglio della macchina della propaganda del Cremlino. Ma su futuri impegni militari si guarda bene dal premere sull’acceleratore. Visualizza questo post su Instagram Un post condiviso da Pina Picierno (@pinapicierno)L’ipotesi di una missione di peace-keeping in Ucraina Oggi, argomenta Picierno con Open a margine della sua visita al Meeting di Rimini, la priorità deve essere quella di «negoziare, d’intesa con il popolo ucraino e con il suo governo legittimo, una pace giusta e duratura, ossia capace di dare garanzie al popolo ucraino». Ma i ragionamenti e le prese di posizione su quello che andrà fatto di preciso in questo senso, sostiene, «sono un po’ prematuri». Ciò detto, comunque, l’Italia «ha già partecipato a tantissime operazioni di peace-keeping» e dunque se di questo si dovesse trattare, di una missione in accordo con i partner europei per il mantenimento della pace, allora «non vedo il dramma di doverne ragionare». Quel che più conta comunque, affonda il colpo Picierno dopo aver sottolineato quanto gli attacchi di Salvini alla Francia «minano in modo catastrofico la credibilità internazionale dell’Italia», è che sul terreno delle future garanzie all’Ucraina si apra un dibattito in Parlamento e nel Paese nel segno «della maturità e della serietà che richiede questo momento».L'articolo Truppe in Ucraina, il gelo dell’Italia. Procaccini (FdI): «Mandiamo gli sminatori». Picierno (Pd): «Si valuti missione di peace-keeping» – Il video proviene da Open.