La storia fuorviante della donna che avrebbe ridotto un tumore con l’ivermectina

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Circola il racconto di una donna di Porto Rico, la quale scrive al medico canadese William Makis dopo la diagnosi di tumore al seno, sostenendo di aver iniziato a prendere ivermectina, fenbendazolo e altre sostanze non approvate contro i tumori. La vicenda viene diffusa sostenendo una guarigione “miracolosa” dovuta solo ai farmaci antiparassitari, ma la realtà è molto diversa.Per chi ha frettaLe prove mostrate sono due email inviate al medico William Makis, noto promotore di cure alternative.In realtà, la donna aveva iniziato la chemioterapia e immunoterapia standard (docetaxel, carboplatino, pertuzumab e trastuzumab).L’oncologo che segue la donna si è limitato a constatare un restringimento del tumore, ma non ha attribuito il risultato ai farmaci non convenzionali.La narrazione che circola omette i dettagli sulla terapia oncologica reale.AnalisiLa narrazione che circola sui social è la seguente:DONNA DI 49 ANNI BATTE IL CANCRO AL SENO STADIO 3 CON IVERMECTINA, FENBENDAZOLO, MEBENDAZOLO E DMSO: RIDUZIONE DEL TUMORE >50% IN 4 SETTIMANE! L’ONCOLOGO RESTA SENZA PAROLEIn un mondo in cui i protocolli oncologici tradizionali sembrano dominare incontrastati, una storia straordinaria arriva da Porto Rico e mette in discussione le certezze della medicina ufficiale. Una donna di 49 anni, colpita da un carcinoma mammario aggressivo in stadio 3, ha visto una riduzione del tumore superiore al 50% in appena quattro settimane. Il protocollo che ha seguito? Non quello convenzionale.La paziente ha iniziato una terapia basata su:▪︎Ivermectina (inizialmente in forma di pasta, poi regolata a 1,5 mg/kg/giorno)▪︎Fenbendazolo (un antiparassitario comunemente usato negli animali)▪︎Mebendazolo (antielmintico usato negli esseri umani, a 1500 mg/giorno)▪︎DMSO (dimetilsolfossido, noto per veicolare farmaci attraverso la pelle)La combinazione, seguita in modo preciso e personalizzata in collaborazione con una clinica specializzata, ha prodotto risultati inaspettati, tanto da lasciare il medico curante — un oncologo esperto — visibilmente sconvolto.LA REAZIONE DELL’ONCOLOGO: “SORPRENDENTE”, “INCREDIBILE”Durante il controllo di routine dopo un mese di trattamento:“Ha iniziato l’esame… il suo volto è rimasto sorpreso quando ha notato quanto fosse più piccolo il tumore”“Ha usato parole come ‘sorprendente’, ‘incredibile’, ‘impressionante’ per descrivere il cambiamento”“Poi rimase lì a ridere per qualche istante. Era così scioccato che tutto quello che poteva fare era stare lì e ridere.”UNA SFIDA AL SISTEMA: “RIVOLUZIONIAMO LA CURA DEL CANCRO”Il caso è stato seguito da una clinica indipendente — autodefinitasi “la più grande clinica al mondo per il trattamento del cancro con ivermectina” — che dichiara di sfidare l’establishment medico e “rivoluzionare un’industria stagnante da trilioni di dollari che ha smesso di preoccuparsi dei pazienti decenni fa”.Il coordinatore della terapia ha ricevuto un messaggio toccante:“La vostra decisione di continuare a lottare per i vostri pazienti significa che, dal Canada, state dando speranza a una famiglia a Porto Rico.”Fonte: Dr William Makis MDCosa dicono davvero le email della donnaIl post Facebook di William Makis, medico canadese vicino a narrazioni complottiste sul Covid e contrario ai vaccini, racconta di una paziente di 49 anni di Porto Rico con tumore al seno in stadio 3. Secondo Makis, la donna avrebbe ottenuto una riduzione del tumore superiore al 50% in sole quattro settimane grazie a ivermectina, fenbendazolo, mebendazolo e DMSO, lasciando il suo oncologo “senza parole”. Rispetto alle condivisioni italiane, il post contiene gli screenshot di due mail. Nella prima, datata 2 aprile, la paziente spiega di aver iniziato autonomamente un protocollo con ivermectina veterinaria, fenbendazolo, DMSO, curcumina e vitamine. Non aveva ancora visto l’oncologo, ma il chirurgo le aveva detto che avrebbe avuto bisogno di chemioterapia.Nella seconda mail, datata 23 maggio, la donna precisa che dal 15 maggio ha iniziato le cure convenzionali per il carcinoma mammario HER2+: chemioterapia con docetaxel e carboplatino, insieme a immunoterapia con pertuzumab e trastuzumab. Una settimana dopo, durante la visita, l’oncologo nota che il tumore è più piccolo e usa parole come “sorprendente” e “incredibile” per descrivere il cambiamento.La narrazione parziale e la totale mancanza di riscontri scientificiDi fatto, nel racconto social scompaiono i riferimenti alla chemioterapia e all’immunoterapia. Restano solo i farmaci alternativi, fatti intendere come responsabili esclusivi del miglioramento. Anche le reazioni dell’oncologo vengono amplificate, mentre dalle email emerge un commento di sorpresa senza un riconoscimento dell’efficacia all’ivermectina o al fenbendazolo.Ad oggi non esistono studi clinici che dimostrino l’efficacia di ivermectina, fenbendazolo, mebendazolo o DMSO nel trattamento del cancro nell’uomo. FDA, EMA e AIFA non hanno mai approvato questi farmaci per uso oncologico.ConclusioniLa vicenda viene presentata online come la “cura miracolosa” di un tumore con farmaci antiparassitari. In realtà, le email mostrano che la paziente ha iniziato chemioterapia e immunoterapia convenzionali.Questo articolo contribuisce a un progetto di Meta per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Meta.L'articolo La storia fuorviante della donna che avrebbe ridotto un tumore con l’ivermectina proviene da Open.