"Lei mi ricorda la nonna di Cappuccetto Rosso. Vuole mangiarmi?”. Lise è sfrontata, eccentrica, perturbante e inafferrabile. Una giovane donna, apparentemente comune e senza tratti peculiari, che si presenta in procinto di fare un viaggio, protesa verso l’aereo che la porterà in una località del sud Italia dove vuole cercare (ritrovare, incontrare?) il fidanzato. La donna sceglie per l’occasione di comprare un abito sgargiante e appariscente, salvo poi stizzirsi per l’ardire che la commessa ha avuto di farle presente che si tratta di un vestito con un tessuto antimacchia. La reazione di Lise è spropositata, fuori da ogni contesto e logica. Un primo segnale che qualcosa in quella donna è incrinato e che vacilla. Dopo sedici anni di lavoro – metodico e routinario – in uno studio di commercialisti che gestisce con severità e polso, Lise si prende una vacanza, abbandonando momentaneamente il monolocale iperfuzionale e dai tratti asettici in cui vive. Quello che le accadrà in quel viaggio, l’epiologo del racconto, è già dichiarato all’inizio del libro e ciò a cui assistiamo è un percorso a ritroso per capire come Lise sia finita nel punto in cui la incontriamo. La donna in aeroporto conosce un uomo (o meglio, lo punta e si fissa che debba trovare il modo di interagirci) ma lui la tiene a distanza, come percependo che in Lise ci sia qualcosa di sinistro. Lei però non si dà per vinta e, una volta atterrati, si mette nuovamente sulle sua tracce, apparentemente mossa da intenti confusi e poco coerenti. Intenti che porteranno la sua esistenza ad un epilogo nefasto ma forse per lei non così imprevisti. E’ un giallo atipico quello scritto da Muriel Spark, che si concentra sull’indagare la mente della protagonista, inaffidabile per noi e per sé stessa, mostrandoci il mondo come lo vede Lise, con le sue deviazioni. La sua follia è ragionata, calcolata nei dettagli, interessante perché comprensibile e allo stesso tempo spiazzante. Ci sono squarci in cui si intravvede anche la sua umanità, il bisogno emotivo e la sua sofferenza interiore. Forse, il suo non sentirsi capita da nessuno. “Che tristezza. Voglio andare a casa. Credo. Voglio tornare a casa e sentir di nuovo tutto il dolore della solitudine. Mi manca già terribilmente”. Lise sente la mancanza della sua quotidianità, ben poco desiderabile dall’esterno ma che è la sua e quindi un luogo in cui desidera tornare. Ma ormai il suo biglietto di sola andata è stato preso: la meta è nota, ciò che c’è da svelare è il viaggio. Muriel Spark Biglietto di sola andata Adelphi, 106 pp., 16 euro