Corpi di Cristo

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La Verona di fine anni Ottanta, “snodo del terrorismo nero”, è un concentrato di bigotteria e tradizionalismo antidemocratico e crescervi è un imbroglio non da poco, come testimonia il giovane protagonista dell’ultimo romanzo di Massimo Cracco.    Narratore in prima persona della propria storia, il ragazzo – che rimane anonimo – stringe con Nilo, compagno di classe al liceo, un’amicizia che travalicherà presto i confini del sentimento, trasformandosi in emulazione, devozione, attrazione. Nilo, però, è una figura bifronte: bravo negli studi e di buona famiglia, esprime costantemente un’etica rigidissima composta da performatività e tradizionalismo che riversa in un odio incontrollato e viscerale per tutte le categorie marginali, ritenute “deboli”, che costellano il racconto (i senzatetto che occupano casermoni oltre la città; i tossici eroinomani; i transessuali che si prostituiscono sulla statale e così via). Così, i gesti di Nilo subiscono un’escalation che arriverà in parte a coinvolgere anche il protagonista, una volta che i due, lasciati i banchi del liceo per lo studio di facoltà scientifiche a Padova, si saranno allontanati.   Tuttavia, lo stesso narratore non è esente da questa complessità interiore che struttura l’amico. La gestione della sua omosessualità latente si rivela contorta e oscura dando vita a un rapporto col corpo, quello suo e degli altri, che assume tratti paranoidi e ossessivi. Ed è proprio da questa dimensione corporale che il romanzo trae non solo l’aspetto chiave di tutta la narrazione, ma desume anche lo stile della scrittura stessa. Acido, materiale, inquieto e oppressivo, l’incedere della dettato fa scivolare dentro i meandri delle menti dei due personaggi tratteggiando uno spettro di emozioni e tormenti che include vergogna, paura, odio e violenza. Il corpo di cui si parla non è solo quello a disagio del protagonista o quello desiderato di Nilo, ma sono anche il corpo della madre Laura, intravisto per sbaglio nudo in un peccato indicibile; quello dei “diversi”, che col corpo testimoniano una vergogna universale da eliminare; quello di Maria, la sorella del protagonista morta di leucemia; di Deborah, violentata dai preti della parrocchia, e molti altri.    Tutti corpi di Cristo, questi, votati a un sacrificio nero che genera un’antologia di personaggi perduti e annaspanti in una realtà asfissiante dove i pilastri sociali che dovrebbero fornire un orientamento – qui, famiglia e religione – si trasformano in regni del rimosso e della censura.     Massimo Cracco Corpi di Cristo Italo Svevo, 168 pp., 17 euro