Dall'Ucraina alle banche. Tajani si smarca da Salvini e dalla Lega

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Assicura che l'Italia non manderà truppe sul suolo ucraino, ma la politica estera – dice Antonio Tajani, mandando un messaggio a Matteo Salvini - "la fanno la premier e il ministro degli Esteri". Il leader di Forza Italia prova a smussare la polemica innescata dall'altro vicepremier leghista contro Emmanuel Macron ("non c'è nessuna crisi diplomatica") ma allo stesso tempo fissa alcuni punti, dalla guerra in Ucraina ai rapporti internazionale, fino alle regionali. Lo fa da Rimini, dove è stato ospite del meeting di Comunione e liberazione. Tajani ha quindi ribadito che con la Francia "c'è collaborazione, poi possono esserci delle vedute differenti ma questo non significa che si debbano lacerare i rapporti. Se ho sentito il mio omologo francese in questi giorni? Sì. Il presidente del Consiglio si sente con Macron, io mi sento col ministro degli Esteri. Abbiamo appena finito la riunione del G7 insieme, ieri l'abbiamo preparata", le dichiarazioni rilasciate questa mattina ai microfoni di Agorà.  Ieri il segretario di FI aveva detto anche che con l'Eliseo "non c'è nessuna crisi diplomatica" pur spiegando che "se si devano far valere delle ragioni, si vince con la forza delle idee e non con la violenza delle parole". Una posizione che ha provocato, qualche ora dopo, la reazione del Carroccio: "La schiettezza che contraddistingue noi della Lega può sembrare a volte ruvida, ma spesso si è rivelata proprio la voce della ragione. Meglio essere chiari oggi che avere pantani militari domani. Salvini lo ha ribadito nettamente: l'Italia non deve farsi trascinare in ipotesi di invio di soldati in Ucraina", è il pensiero del capogruppo leghista al Senato, Massimiliano Romeo. Tra le ipotesi che filtrano in queste ore, è stato lo stesso Tajani a parlarne ("potremmo dare un contributo importante vista la grande esperienza che abbiamo per lo sminamento sia marittimo che terrestre"), c'è quella dell'impiego di corpi specializzati nella bonifica delle aree di guerra. Le cancellerie europee continueranno a discuterne cercando una sintesi tra le varie posizioni. Ma quelle sul fronte internazionale non sono le uniche turbolenze tra Forza Italia e Lega. E dopo la stoccata del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti alle banche, invitate a fare di più per le famiglie, Tajani  è stato netto: "Un paese come il nostro non può fare a meno di un sistema bancario forte", quindi "niente pizzicotti", con gli istituti di credito semmai bisogna "parlare". Evitare di dare loro "la caccia" perché significherebbe "dare la caccia al sistema industriale e imprenditoriale italiano". E ancora: bisogna "evitare operazioni strane", contro cui gli azzurri sono già pronti a schierarsi, come già avvenuto. E lo stesso vale "per le casse di previdenza" dei professionisti che "finché ci sarà Forza Italia al governo" non entreranno mai "nell'Inps". Tajani ha parlato anche delle regionali, del Veneto in particolare, ribadendo una convinzione già espressa negli scorsi giorni. Un candidato leghista? "Io non ho preclusioni nei confronti di nessuno, dobbiamo scegliere i candidati migliori per il migliore risultato possibile. Certo, in Veneto non si possono fare la lista della Lega e la lista di Zaia che non ha alcun significato, perché non è che ogni esponente di partito può fare una lista, perché non va bene. Non può essere parte di un accordo politico questo".