AGI - Un documentario realizzato da una casa di produzione indipendente ricostruisce la storia di Alderney, l’unico lembo di terra britannica occupato dai nazisti, dove vennero installati quattro campi di concentramento.Il numero esatto delle persone internate resta incerto, ma le ricerche mostrano che migliaia di uomini di diversi Paesi europei passarono per quei campi di sterminio, simili a quelli di Auschwitz, Mauthausen o Buchenwald."È stata fatta una stima, ma credo che i numeri aumenteranno man mano che si continuerà a indagare tra documenti e archivi", ha spiegato all'agenzia Efe Piers Secunda, l'artista britannico che ha presentato la pellicola prodotta da Wild Dog Productions. Alderney, a pochi chilometri dalla costa francese, rimase sotto il controllo di Hitler fino al 16 maggio 1945, otto giorni dopo la resa del Terzo Reich.I 4 campi Sbarcati nell’estate del 1940, i nazisti allestirono quattro campi di concentramento sull’isola, dando loro i nomi di Sylt, Helgoland, Norderney e Borkum. trasformandoli in luoghi di lavoro forzato, fame e malattie.Il documentario ricorda la testimonianza del medico francese Raymond-Michel Haas, che lavorò nell’infermeria di Alderney e descrisse condizioni disumane e un numero enorme di prigionieri ucraini: "Parlò di 3.000 internati, un dato che contraddice l’idea precedente secondo cui erano in prevalenza russi", racconta Secunda. La pellicola cita anche il caso di Otto Hogelow, ufficiale delle SS, a cui Heinrich Himmler avrebbe promesso cibo e sigarette per ogni cinque prigionieri uccisi dalle guardie.Le vittime e la memoriaUn primo studio dei carteggi indica circa 400 morti, ma ricercatori e sopravvissuti parlano di migliaia di vittime. Il film dà voce a storie individuali, tra cui quella di Francisco Font, repubblicano spagnolo di Barcellona sopravvissuto ai campi e rifugiatosi poi a Jersey, dove mise su famiglia. Suo figlio Gary, che vive ancora sull’isola, ha partecipato al documentario per mantenere viva la memoria: "Era molto emozionato a tornare ad Alderney. Crebbe ascoltando i racconti di suo padre e dei suoi compagni di prigionia, quindi conosceva bene quella realtà", spiega Secunda.Un’inchiesta ufficialeNel maggio 2024 il Parlamento britannico ha avviato un’indagine per "smentire le teorie del complotto e stabilire la cifra più precisa possibile delle persone morte ad Alderney", come annunciò all’epoca Eric Pickles, inviato speciale delll'allora governo di Rishi Sunak per le questioni post-Olocausto.Alcuni dettagli sulla vita degli internati nell'isola sono stati quindi raccontati dal Guardian secondo cui "più di 1.000 lavoratori schiavi potrebbero essere morti sul suolo britannico per mano dei nazisti" durante la seconda guerra mondiale, "centinaia di morti in più rispetto a quelle ufficialmente registrate negli archivi storici". I lavoratori dell'isola di Alderney erano "soggetti a condizioni di vita e di lavoro atroci, che includevano fame, lunghe ore di lavoro, lavori di costruzione pericolosi, percosse, mutilazioni, torture, permanenza in alloggi inadeguati e, in alcuni casi, esecuzioni". Il numero minimo di prigionieri inviati nei campi di lavoro di Alderney, si legge, durante l'occupazione tedesca era compreso tra 7.608 e 7.812 persone, secondo il rapporto di 93 pagine. Quasi 100 persone morirono durante il trasporto, oltre al bilancio delle vittime sull'isola".