Se bloccano la Flotilla, noi blocchiamo tutto

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Raccogliendo l’appello del CALP, il collettivo dei portuali di Genova, l’Unione Sindacale di Base, USB, ha deciso che, se e quando la Global Sumud Flotilla dovesse essere bloccata dagli israeliani, immediatamente in Italia scatterà lo sciopero generale per bloccare tutto il paese.È una bellissima decisione con pochi precedenti, ma è la gravità eccezionale della situazione che reclama scelte coraggiose e coerenti. C’è solo da chiedere che anche altre organizzazioni sindacali facciano propria la scelta dello sciopero e che ogni lavoratore, ogni persona faccia la sua parte per farlo riuscire.Israele sta compiendo un genocidio organizzato meticolosamente, con lo scopo dichiarato di espellere ciò che resta della popolazione palestinese prima da Gaza e poi anche dalla Cisgiordania. Il governo israeliano può impunemente annunciare e commettere i suoi crimini perché l’Occidente lo sostiene e lo arma, come fanno gli Stati Uniti, diversi paesi europei e la Nato. Perché la Ue non ha preso una sola misura per fermare il genocidio, mentre continuano gli sporchi affari delle imprese, comprese quelle italiane. Perché la catena dei silenzi e delle complicità coinvolge governi particolarmente vili come quello del nostro paese, ma anche politici, giornalisti, opinionisti, i vertici dello spettacolo e dello sport.L’assenza di sanzioni, lo stesso linguaggio edulcorato, contenuto e vile per i crimini contro l’umanità di Israele, resteranno nella storia come la stagione della vergogna per i governanti che avevano proclamato come assoluti i valori della libertà e della democrazia.Ma se le élite al potere sono complici, le dimensioni stesse della strage e la resilienza e resistenza del popolo palestinese stanno scuotendo le coscienze e stanno provocando un moto di opinione pubblica di dimensioni tali che, per trovarne di simili, bisogna risalire alla guerra del Vietnam o prima ancora la guerra di Spagna.Il genocidio in Palestina impone scelte individuali e collettive, alle persone così come alle organizzazioni, e suscita il bisogno di prendere posizione e agire. Dopo decenni di passività il sostegno alla Palestina sta rompendo una cappa che aveva chiuso e soffocato ogni partecipazione democratica.Oggi la Palestina chiama e sempre più persone rispondono. Di fronte alla dimensione della strage e dell’orrore, che sembrano dispiegarsi senza ostacoli, sentirsi indignati e impotenti è normale. Per questo la Global Sumud Flotilla, con la sua azione umanitaria diretta che ignora opportunismi, viltà e ostacoli, è diventata il catalizzatore di tante mobilitazioni e il punto di convergenza di tutte e tutti coloro che respingono la suggestione dell’impotenza.È per questo che il governo di Israele, con Ben Gvir il ministro più razzista e violento, ha reagito con brutali minacce. È per questo che i governanti complici, i reazionari ed i fascisti hanno iniziato una infame campagna di denigrazione degli attivisti che saranno sulle imbarcazioni. Hanno paura, perché sanno che la Flotilla, con una dimensione e un sostegno di massa ben superiore alle eroiche iniziative precedenti, andrà fino in fondo e il regime israeliano e i suoi complici ne usciranno comunque sconfitti.Perché se le imbarcazioni arriveranno a Gaza, sarà un precedente che infrangerà il muro della carestia come arma di guerra. Perché invece se il terrorismo di stato israeliano colpirà le imbarcazioni, allora Israele e i suoi complici dovranno affrontare una tempesta in tutti i principali paesi occidentali, una sollevazione di popolo e del mondo del lavoro.I portuali hanno già dichiarato che nel caso di blocco della flottiglia, non solo i principali porti italiani, ma tanti scali europei saranno bloccati dai lavoratori. Era da tempo che non c’era un protagonismo diretto così efficace del mondo del lavoro e non sono solo i portuali a mobilitarsi, anche se sono quelli che lo fanno da più tempo e con rigore e coerenza. Ci sono appelli di insegnanti che raccolgono migliaia di firme per far sì che nella scuola si scioperi, ci sono tanti settori del mondo del lavoro che si fanno sentire, ci sono gli studenti, ci sono tanti cittadini che scendono in piazza.Come nel luglio 1960 da Genova e dai portuali viene una indicazione che va raccolta in tutto il paese. Dobbiamo prepararci, dobbiamo organizzarci e lo sciopero generale, se la Global Sumud Flotilla sarà fermata, dovrà essere tale da far capire al governo israeliano e ai suoi complici che l’aria è cambiata, che non sono più impuniti. Se bloccano le imbarcazioni noi blocchiamo tutto.L'articolo Se bloccano la Flotilla, noi blocchiamo tutto proviene da Il Fatto Quotidiano.