Venezia 2025, Silent Friend: film girato in tre formati diversi per ogni anno raccontato

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La giuria di Venezia 2025 dovrebbe avere il coraggio di assegnare all’enorme ginkgo biloba di Silent Friend la coppa Volpi come miglior interpretazione femminile (lo dicono nel film: è un albero femmina). La sua presenza troneggia e s’impone, appunto, silente, maestosa, vitale come nessun’altro organismo vivente nel Concorso veneziano. Non sono da meno un altro minuto geranio fucsia e decine di frondosi arbusti. Verso di loro, e in particolar modo al ginkgo biloba del giardino botanico universitario di una città tedesca, si rivolge l’attenzione sussurrata, mai troppo esibita, comunque molto tenace e affascinata dei tre diversi protagonisti del film vissuti in tre epoche differenti.C’è il neurobiologo di Hong Kong (Tony Leung) che studia la mente dei neonati ed è costretto dal lockdown dell’epidemia Covid nel 2020 a rimanere isolato nel vuoto ateneo e che quindi verrà attratto dalla possibilità di registrare elettronicamente gli impulsi emessi dall’albero. Nel 1972 una giovane studentessa che abita a pochi passi dall’orto è attirata dalla possibilità di ricevere segnali comunicativi osservando e curando un semplice geranio appoggiato sul suo davanzale attraverso una specie di sismografo. È del 1908, infine, la vicenda della prima studentessa di botanica (Luna Wedler) ammessa all’università che scopre i segreti nascosti delle piante imparando l’arte ancora rudimentale della fotografia. Non c’è mai fretta nei gesti e nei pensieri dei protagonisti. Il loro avvicinamento al ginkgo o al geranio è graduale anche se ipnotico, ma sta nello sguardo della regista ungherese Ildiko Enyedi attraversare foglie e tronchi, proponendo un cinema che da puro realismo si imbibisce di soluzioni fantastiche, oniriche, astratte.I tre bordoni narrativi che vengono frammentati e mescolati di continuo, in questi goffi e ardimentosi tentativi di connessione uomo/pianta, sono bilanciati da ironici battibecchi con alcuni comprimari (nella tranche del 1972 c’è un imbambolato e apparentemente stupidotto corteggiatore della ragazza che farà reagire il geranio in assenza della donna). La sfida concettuale che risiede in Silent friend sta tutta nel bizzarro tentativo di rappresentare il senso di percezione incompleto dell’umano, impossibilitato ad usare il proprio irripetibile costrutto culturale, affidandosi al magnetismo del silenzio e alla malia della pura presenza vegetale. E (spoiler) non è che si scopra granché, e chissà se da scoprire c’è molto. Linneo del resto viene usato come una clava da professori maschilisti, prepotenti e cornuti, per imbarazzare la giovane studentessa nel suo esame di ammissione. Silent Friend non è probabilmente un film in cui si cercano risposte. Semmai ci si inebria in modo originale nel piacere che si compie nel percorso di una possibile prossima scoperta. Girato in tre formati diversi a seconda dell’epoca di ambientazione: 35mm per il 1908, 16mm per il 1972, in digitale per il 2020. Sarà Movies Inspired a distribuire in Italia il film.L'articolo Venezia 2025, Silent Friend: film girato in tre formati diversi per ogni anno raccontato proviene da Il Fatto Quotidiano.