Foggia, la corsa disperata di Hayat Fatimi e l’ultima telefonata al 113: «Mi sta seguendo, è dietro di me»

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Hayat Fatimi, cuoca di 46 anni originaria del Marocco, aveva già denunciato più volte il suo ex compagno. La sera del 7 agosto, tornando a casa dopo il lavoro, si è accorta che quell’uomo era di nuovo lì, come accadeva spesso, a pedinarla. La donna ha preso il telefono e ha chiamato il 113, per un’ultima disperata richiesta di aiuto: «L’ho denunciato, ma sta arrivando verso di me». Pochi istanti dopo, le urla e il silenzio. Quando la polizia è arrivata in vico Cibele, nel centro storico di Foggia, Hayat era già riversa a terra in una pozza di sangue.La telefonata al 113Nella chiamata, ora agli atti dell’inchiesta, si ascoltano le ultime parole della donna e ne si evince tutta la paura di quegli attimi: «Ho finito di lavorare, il tempo di arrivare a casa e lui sta correndo dietro di me, sta dietro di me». Poi la brusca interruzione, mentre l’aggressore si avventava su di lei con un coltello. Secondo quanto riferito dal Corriere della Sera, l’operatore del centralino ha sentito distintamente i colpi e le grida prima che la linea si spegnesse. Il titolare del ristorante presso il quale Fatimi lavorava aveva già riferito che i pedinamenti e le minacce dell’uomo non fossero una novità e che già altre volte la donna era stata scortata a casa dalle forze dell’ordine all’uscita da lavoro. Le denunce inascoltateHayat Fatimi aveva interrotto la breve relazione con il connazionale Tariq El Mefedel a causa del suo carattere violento. Lo aveva denunciato il 13 maggio, descrivendo atti persecutori e minacce di morte: «O sarai mia o ti uccido», le aveva detto. A giugno per lui era arrivato il divieto di dimora a Foggia, informazione che la donna avrebbe anche ricordato nell’ultima telefonata al 113: «Mi seguiva tutti i giorni, però lui ha il divieto che non può entrare a Foggia, mi minacciava sempre. Mo’ tutti i giorni viene vicino casa mia: lo caccio, ma lui viene lo stesso». Il 28 luglio la procura aveva emesso anche un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, dopo nuove minacce, ma l’uomo era riuscito a sottrarsi all’arresto poiché senza fissa dimora. Dopo essersi dato alla fuga, El Mefedel è stato rintracciato a Roma con i vestiti ancora sporchi di sangue. L'articolo Foggia, la corsa disperata di Hayat Fatimi e l’ultima telefonata al 113: «Mi sta seguendo, è dietro di me» proviene da Open.