La confusione che ha portato a dare per un morto un cittadino tedesco vivo e ricoverato, la manutenzione subappaltata a un’impresa esterna, l’inevitabile ricaduta politica che sta mettendo alle corde il sindaco di Lisbona, il socialdemocratico Carlos Moedas: la tragedia del deragliamento del tram Elevador da Glòria, avvenuta alle 18 del 3 settembre, sta sconvolgendo il Portogallo. La grande novità emersa nelle ultime ore riguarda la causa del disastro che ha provocato la morte di 16 persone e 23 feriti: la causare sarebbe la rottura di un componente che collega i due vagoni. L’ipotesi è rafforzata dal fatto che anche il secondo tram ha avuto problemi nel momento in cui l’altro iniziava la sua discesa incontrollata che ha portato allo schianto dopo la curva.Le indagini seguono due piste: quella della negligenza e quella della violazione delle norme di sicurezza. Nel primo caso, la pena prevista varia da una multa a tre anni di carcere. Nel secondo, più grave, il codice prevede un massimo di dieci anni di prigione. Nelle prime deposizioni sta venendo a galla uno scenario inquietante: leggerezza, superficialità e riduzione del livello di sicurezza. Alcuni funzionari del Carris, la società che ha in gestione le quattro funicolari di Lisbona, avevano avuto nel recente passato la sensazione che qualcosa non funzionasse nell’Elevador da Glòria. C’erano stati segnali di un sovraccarico del sistema. I conduttori dei due tram avevano il sospetto di allentamento del cavo. Qualche mese fa si è persino verificato un piccolo incidente, ma non è scattato alcun allarme. C’è poi un ulteriore problema: l’usura di una funicolare entrata in servizio nel 1914. Cent’anni fa, i due tram, capienza 22 posti a sedere e 20 in piedi, erano usati da poche decine di cittadini di Lisbona. Oggi i passeggeri annuali sono tre milioni: l’Elevador da Glòria è infatti una delle maggiori attrazioni turistiche della capitale portoghese.La popolarità e l’utilizzo massiccio dei due tram non hanno portato a un innalzamento dei parametri di sicurezza. E’ avvenuto l’esatto contrario: in nome del risparmio la gestione è stata subappalta e, come sempre accade in queste situazioni, è stata affidata all’azienda che ha offerto i costi più contenuti. Risultato: il personale di servizio è stato ridotto da 24 a 6 persone e le ispezioni, che con tre turni da otto ore impegnavano sei operai per ciascuna delle quattro funicolari di Lisbona, sono passate da un’intera giornata di lavoro a 30 minuti. Quella effettuata prima dello schianto è stata di 36 secondi.La ricaduta politica di una tragedia che ha avuto un’enorme cassa di risonanza internazionale è inevitabile. Il sindaco di Lisbona, il socialdemocratico Carlos Moedas, 55 anni, in carica dal 18 ottobre 2021, è nel mirino dei socialisti e dell’estrema destra di Chega. L’ex segretario del PS, Pedro Nuno Santos, lo invita a dimettersi. “Moedas è prigioniero delle sue dichiarazioni. Nel 2021 chiese al predecessore, Fernando Medina, di farsi da parte per gli sviluppi dell’inchiesta Russiagate. La stessa cosa vale ora per lui”. Chega ha invece annunciato la presentazione di una mozione di censura. Il sindaco, che ha partecipato a una messa in onore delle vittime del disastro, per ora non replica, mentre Carris, la società che gestisce le funicolari, potrebbe pagare milioni per i risarcimenti delle vittime.L'articolo Lisbona, il tram ispezionato per “36 secondi” e gli allarmi dei conducenti: si indaga sulle falle nella manutenzione proviene da Il Fatto Quotidiano.