Quanto consuma davvero l’IA?

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Per la prima volta, una grande azienda tecnologica ha deciso di rivelare quanta energia consuma davvero una singola richiesta a un chatbot di intelligenza artificiale. È Google, che ha pubblicato un rapporto tecnico sul suo modello Gemini, spiegando che per una "query" (una richiesta) media servono circa 0,24 wattora di elettricità. A quanto equivale?A circa un secondo di utilizzo del forno a microonde oppure a nove secondi di visione della TV. Sono numeri minuscoli a livello individuale, ma enormi se moltiplicati per le miliardi di domande quotidiane (dato, peraltro, in costante crescita) che gli utenti pongono ai loro nuovi assistenti virtuali.Finora nessuna big tech si era sbilanciata in questo modo, perciò tale dato rappresenta un punto di partenza su cui i vari Google, OpenAI, Microsoft, Meta, Mistral e altri operatori possono confrontarsi, nel contesto dell'ingente impatto energetico dei loro servizi.. Dentro i numeri. Il report di Google è il più dettagliato tra quelli finora noti, poiché considera non solo i chip che elaborano i modelli (i cosiddetti TPU, responsabili del 58% del consumo), ma anche la CPU e la memoria dei server all'interno dei data center (25%), le macchine di riserva pronte in caso di guasto (10%) e i sistemi di raffreddamento e conversione della potenza (8%).Persino l'acqua necessaria per abbassare le temperature entra nel conto, tanto che ogni domanda fatta a Gemini equivale a cinque gocce. In gergo tecnico, quanto descritto si chiama "inference",cioè l'uso del modello già addestrato per fornire una risposta, mentre il dispendio per l'addestramento (training), che può richiedere settimane di calcoli e quantità molto più alte di energia, non è incluso in queste stime.. IL PASSO AVANTI. Negli anni scorsi gli analisti erano costretti a ipotesi approssimative: si parlava di ben 3 Wh per query, dodici volte più della stima attuale. Sam Altman, CEO di OpenAI, ha citato invece un consumo di 0,34 Wh per ChatGPT, un dato più simile a quello fornito da Google,e anche l'azienda EpochAI ha pubblicato valori simili (0,3 Wh), mentre Mistral AI ha diffuso dati più incentrati sull'inquinamento, rivelando che ogni pagina di testo produce circa 1 grammo di CO₂. Siamo a conoscenza di altri dati sommari:una query con Llama richiederebbe in media 1 Wh, la generazione di un'immagine tra 0,3 e 1,2 Wh e la produzione di un breve video con Sora addirittura quasi 1 kWh ogni cinque secondi. Google ammette che il suo rapporto non considera i consumi di rete esterna o dei dispositivi degli utenti, ma resta comunque il calcolo più solido mai diffuso.. Chi paga davvero. A sostenere questi consumi sono le big tech che gestiscono i data center: Google per Gemini, OpenAI con Microsoft per ChatGPT, Meta per i suoi modelli, Mistral in Europa.La crescita dei carichi elettrici ha sollevato preoccupazioni in diverse aree del mondo, dove si è parlato perfino di riattivare centrali a carbone o nucleari per reggere la domanda. Nel suo report, Google evidenzia i propri accordi di acquisto di oltre 22 gigawatt da fonti rinnovabili e nucleari avanzate, che consentirebbero sulla carta di abbattere l'impronta carbonica.Grazie a queste politiche, ogni richiesta a Gemini genererebbe appena 0,03 grammi di CO₂, un valore che, se confermato, sarebbe ben 44 volte inferiore rispetto all'anno precedente e cento volte più basso delle prime stime indipendenti.. Prospettive future. Tradotte in esempi pratici, le cifre appaiono meno allarmanti di quanto si potesse pensare: 10 domande alla nostra IA di fiducia equivarrebbero a circa un minuto e mezzo di TV, 100 a un quarto d'ora.Nel Regno Unito, 100 richieste giornaliere inciderebbero per appena lo 0,3% del consumo elettrico quotidiano di un cittadino medio, mentre negli Stati Uniti appena per lo 0,1%. Ma il quadro cambia quando si passa a operazioni più pesanti: immagini, video e "deep research" richiedono molta più energia.Per questo diversi ricercatori vorrebbero uno standard unico di valutazione, simile all'etichetta energetica degli elettrodomestici, che consenta di confrontare davvero l'impatto delle diverse IA. Oggi le cifre di Google offrono una base preziosa, ma la sfida energetica dell'intelligenza artificiale è appena cominciata..