AGI - Israele è tornato oggi a bombardare in Libano. Non si è trattato però dei raid mirati che si susseguono quasi ogni giorno, ma di un'azione coordinata su almeno tre villaggi del sud: Ya Zahra, Tayr Daba e Aita al-Jaba. Obbiettivo, impedire a Hezbollah, e soprattutto alla Forza Radwan, di ripristinare le infrastrutture terroristiche distrutte dalla guerra del 2024. E a un anno o quasi dal cessate-il-fuoco, l'accordo è di là dall'essere pienamente attuato. Anzi. Israele starebbe valutando una ripresa dei bombardamenti in grande stile.Prima di attaccare nel pomeriggio Israele ha avvertito, mentre non lo aveva fatto in mattinata quando ha colpito e ucciso un presunto membro di Hezbollah a Tiro. Il portavoce in lingua araba dell'esercito, Avichay Adraee, ha pubblicato su X la mappa dei gli obbiettivi, edifici che sarebbero stati usati dagli effettivi di Hezbollah, e sollecitato i civili a scappare in tutta fretta "per mitigare i danni". Poi sono partiti i droni, prima per colpi di avvertimento e poi per l'attacco vero e proprio.Finito il blitz, l'Idf ha comunicato di avere distrutto infrastrutture "terroristiche" e diversi depositi di armi della Radwan "costruiti nel centro di aree popolate da civili". Questo, ha spiegato Israele, "è l'ennesimo esempio della strategia dell'organizzazione terroristica Hezbollah di sfruttare cinicamente e brutalmente i civili libanesi come scudi umani". In ogni caso, le infrastrutture rappresentavano "una violazione degli accordi tra Israele e Libano" e dunque l'Idf è intervenuto. Durissima la reazione di Beirut che ha definito i raid "criminali". Proprio oggi il governo libanese avrebbe dovuto fornire un aggiornamento sui progressi del piano dell'esercito per disarmare Hezbollah. "Ogni volta che il Libano mostra apertura a un approccio negoziale pacifico per risolvere le questioni in sospeso con Israele, quest'ultimo intensifica la sua aggressione contro la sovranità libanese, mostra il suo disprezzo per la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza e moltiplica le violazioni dei suoi impegni in base all'accordo sulla cessazione delle ostilità", ha dichiarato il presidente Joseph Aoun.Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha convocato un gabinetto di sicurezza per decidere il da farsi. Pochi giorni fa aveva accusato Hezbollah di riarmarsi e oggi ha ribadito che Israele non stara' a guardare. "Ci difendiamo. Decidiamo dove sta il pericolo e lo affrontiamo, che sia lungo la linea gialla a Gaza o come facciamo in Libano", ha detto."Ci sono già piani" per un'operazione, secondo fonti citate da N12. Israele ne ha informato gli Stati Uniti che a loro volta hanno trasmesso un messaggio al Libano con l'obiettivo di disinnescare una nuova crisi: raggiungete un accordo e disarmate Hezbollah. Ma se la diplomazia non funzionasse, ha chiarito Washington, sosterranno un'azione militare israeliana. Intanto hanno annunciato sanzioni su tre membri di Hezbollah: i loro beni in America saranno congelati.