Dopo la tregua trumpiana, si ricomincia a parlare di futuro. Prima dello sciagurato attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, era in atto una macro discussione su come utilizzare le copiose riserve di gas presenti nel Mediterraneo orientale. Oggi a distanza di due anni il termine programmazione torna in auge, a proposito di un dossier strategico come l’energia. Sarà Cipro infatti il primo Paese europeo a ricevere gas naturale israeliano, dopo che Energean ha siglato un accordo per costruire un nuovo gasdotto verso Cipro.Una mossa, quella israeliana, che ne contiene al suo interno almeno altre tre: intanto rende Israele, Grecia e Cipro ancora più unite in una sorta di tripla alleanza tra Mediterraneo, Europa e Medio Oriente in chiave energetica; in secondo luogo ferma le ambizioni turche che, oltre al caso Gaza, nutrono mire oggettive sul gas che il diritto internazionale però non le riconosce. Infine chiude idealmente il cerchio progettuale della Casa Bianca, vero regista delle traiettorie che si stanno delineando a quelle latitudini, come la possibilità che Israele affinché firmi un accordo separato da 35 miliardi di dollari con l’Egitto, su cui al momento c’è il no da parte del ministro dell’Energia israeliano.Entrando nel merito del progetto, si tratta di una pipeline da 400 milioni di dollari per il trasporto di gas naturale di cui Energean ha firmato una lettera di intenti con il principale gruppo industriale ed energetico cipriota Cyfield per la potenziale fornitura di gas da Israele alla centrale elettrica progettata da Cyfield, a Larnaca. Il vantaggio sarà cospicuo per entrambi i mercati, dal momento che favorirà la collaborazione energetica regionale e contribuirà allo sviluppo di un mercato del gas del Mediterraneo orientale che è altamente competitivo ma anche interconnesso.Quando sarà ultimato, il progetto segnerà un significativo passo avanti per l’integrazione energetica regionale e la sicurezza dell’approvvigionamento, inoltre sosterrà la crescita economica stabilizzando i costi energetici e migliorando l’efficienza, contribuendo allo sviluppo di un corridoio energetico nel Mediterraneo orientale. Un passaggio che è stato ribadito da Eli Cohen, ministro dell’Energia e delle Infrastrutture di Israele, secondo cui il gas naturale israeliano è un’enorme risorsa strategica per lo Stato di Israele, per cui la vendita di gas a Cipro “rafforzerà la posizione politica di Israele nella regione e tra i paesi europei, contribuirà a migliorare la stabilità e la prosperità nella nostra area e genererà miliardi di entrate per lo Stato, intendo continuare a promuovere l’espansione delle destinazioni di esportazione del gas israeliano”.Oltre all’obiettivo pratico di esportare il gas verso un paese Ue, Israele ne raggiunge un altro di natura progettuale: riesce ad interconnettere Medio Oriente ed Europa, una contingenza per molti anni avversata che era anche stata messa in dubbio dopo la scoperta dei numerosi giacimenti del Mediterraneo orientale, ad oggi ancora inutilizzati per le problematiche politiche sorte attorno alla possibile costruzione del gasdotto EastMed, che avrebbe dovuto connettere Israele all’Italia tramite una lunghissima pipeline attraversando Cipro, Grecia e sfociando sulle coste pugliesi. Per cui, in virtù della pace trumpiana, si ricomincia a parlare di gas, il ponte verso il futuro geopolitico tra Europa, Mediterraneo e Medio Oriente. Ora i detrattori del gasdotto EastMed devono fare i conti con il mini gasdotto tra Israele e Cipro che non solo porterà il gas sull’isola di Afrodite, ma apre una serie di interessantissimi scenari per l’intero quadrante.