Vincenzo Lanni resta in carcere. La gip di Milano, Rossana Mongiardo, ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare per il 59enne accusato del tentato omicidio di Anna Laura Valsecchi, la 43enne accoltellata lunedì mattina in piazza Gae Aulenti a Milano. Con “tutta evidenza”, sostiene la giudice, Lanni aveva maturato il “proposito omicidiario” per “cinque giorni” prima di aggredire lunedì mattina la donna, dirigente di Finlombarda, ferendola gravemente.In 20 pagine di provvedimento che accoglie l’impianto indiziario ricostruito dai carabinieri, coordinata dalla pubblico ministero Maria Cristina Ria, nel corso dell’indagine che aveva portato al fermo dell’uomo, originario della Bergamasca, la giudice fa coincidere l’aggravante della premeditazione del tentato omicidio con il momento in cui Lanni si è procurato il coltello con cui compiere il delitto. “Infine”, si legge nelle 20 pagine del provvedimento, il “giorno dell’aggressione” l’uomo, già condannato per due tentati omicidi simili per dinamica commessi nel 2015 e che ha spiegato il suo gesto con la volontà di colpire un “simbolo del potere economico”, aveva “effettuato nuovamente una perlustrazione” della piazza in zona Porta Nuova prima di sferrare la coltellata alla vittima. L’uomo ha quindi ribadito che il suo intento era “colpire” il potere economico “ma non uccidere”.“Preferibilmente avrei colpito sotto a Unicredit ma non avevo la certezza che la persona lavorasse per Unicredit, volevo farla pagare a loro per quello che era successo 12 anni prima”, ha detto Lanni durante l’interrogatorio della gip Mongiardo. L’uomo, affetto da semi-infermità mentale, dieci anni fa aveva già aggredito due anziani in provincia di Bergamo, dopo aver perso il lavoro da programmatore informatico. Lavorava – ha raccontato questa mattina alla giudice – “per una società di informatica di Milano, che mi mandava dei clienti finali. Negli ultimi anni c’è stato come cliente Unicredit”.E così, dopo essere stato allontanato dalla comunità di recupero in provincia di Varese di cui era ospite dal 2015, Lanni è venuto a Milano con “due opzioni: o mi richiamano in comunità o faccio questo per vendetta, per rivalsa verso chi mi ha buttato fuori circa 10-12 anni prima e per la situazione attuale”. Non essendo stato richiamato dalla comunità, ha optato per la seconda opzione. La gip ha riconosciuto le esigenze cautelari del pericolo di fuga e di reiterazione del reato oltre alla “pericolosità sociale” dell’indagato che, durante l’interrogatorio di convalida, ha raccontato “con estrema lucidità” i fatti e “con la convinzione di aver agito correttamente, sentendosi vittima dell’ingiustizia del sistema”.Ha spiegato: “Mi sono alzato alle 7.30 circa, ho preso il coltello, ho preso la metropolitana in stazione Centrale e sono sceso a Porta Garibaldi e da qual momento ogni momento era buono per colpire”, ha raccontato il 59enne, che arrivato in zona Gae Aulenti verso le 8.15, inizia “a fare un po’ di esplorazioni, ho attraversato il parco, sono sceso e poi risalito dall’altro lato”. L’idea era però quella di colpire una persona che lavorasse per Unicredit e così “ho aspettato l’occasione”: “Mi sono fermato e ho visto che stava salendo dal parco questa signora, ho tirato un’unica coltellata e mi sono girato”, prima di andare “via a passo tranquillo”, noncurante di venire immortalato dalle telecamere. Ha spiegato: “Non mi interessava”.L'articolo Accoltellamento di piazza Gae Aulenti, Lanni resta in carcere: “Pensai: vendetta se non mi richiamano in comunità” proviene da Il Fatto Quotidiano.