A Milano bastava dire Jole e tutti associavano quel nome al volto di una donna che da sempre si era impegnata in “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, ma anche in molte altre realtà. Jole Garuti, 89 anni, è morta oggi, lasciando un vuoto non solo nel capoluogo lombardo ma in tutta Italia, dove era conosciuta per il suo impegno nelle scuole, dove andava a passare il testimone, a raccontare di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, ma anche di Roberto Antiochia, l’agente di polizia ucciso a Palermo insieme a Ninni Cassarà.A dare la notizia della sua scomparsa, nella tarda mattinata, con un post su “X”, è stato Lorenzo Frigerio, coordinatore di Libera Informazione e amico di Jole: “Partigiana della nuova Resistenza contro mafie e corruzione, instancabile formatrice di intere generazioni, donna democratica dalla tempra eccezionale. Ci consegna un tesoro di passioni e speranze”. Parole che raccontano una storia. Lasciato l’insegnamento, Jole si era dedicata al Circolo Società Civile di Milano, nato nel 1985 su ispirazione di Nando dalla Chiesa. Con quest’ultimo, la pasionaria aveva stretto un intenso rapporto di amicizia e stima reciproca.Dopo le stragi del 1992, Jole si diede subito da fare. È lei stessa a raccontare, sul sito di Libera, la nascita dell’associazione: “Il 15 luglio 1994, nella biblioteca del Parlamento a Palazzo San Macuto, si riunirono i rappresentanti delle associazioni convocate. La sala era gremita; al tavolo della presidenza era seduto don Luigi Ciotti, che conoscevo di fama come fondatore del Gruppo Abele di Torino. I parlamentari di molti partiti stavano nel corridoio antistante la sala e ogni tanto qualcuno entrava a vedere come procedevano i lavori. Ricordo Pietro Folena e il futuro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nel suo discorso introduttivo don Ciotti disse che l’associazione non doveva essere ‘contro’, ma ‘per’: intendeva per la difesa dei diritti di ogni cittadino dalle ingerenze mafiose e dalla corruzione. Cominciammo a incontrarci nel mese di settembre a Roma, ogni due settimane, per pensare alle regole necessarie. Aderirono subito associazioni nazionali importanti come Acli e Arci, insieme ad altre locali come il Circolo Società Civile”.Una strada percorsa fino alla fine, accanto a don Luigi Ciotti ma anche a Saveria Antiochia, alla quale ha dedicato un Centro studi. Nemmeno di fronte alla morte del figlio si era fermata. Anzi, di lì a poco fondò Stak – Associazione Andrea De Gasperi. Per il suo impegno, nel 2004 ha ricevuto dal Comune di Milano l’Ambrogino e nel 2011 dalla Regione Lombardia la Medaglia d’Oro. Ma il riconoscimento più bello per lei sono stati i tanti volti di giovani che ha incontrato nelle manifestazioni del 21 marzo promosse da Libera o in altre occasioni. In tanti, in queste ore, la stanno ricordando: “Il Centro Studi Paolo e Rita Borsellino – scrive il presidente Vittorio Teresi – rende omaggio all’amica, all’educatrice, alla compagna di cammino per la verità e la giustizia.”L'articolo Milano dice addio a Jole Garuti, esempio di impegno civile e storica voce di Libera contro mafie e corruzione proviene da Il Fatto Quotidiano.