Dal piccolo Franklin del nuovo “I Fantastici 4 – Gli inizi” al neonato del battesimo in “Il Padrino”: il cinema ha sempre avuto un debole per i baby attori. Ma dietro a quei pochi secondi di apparizione sullo schermo si nasconde un mondo rigidamente regolato, fatto di agenzie specializzate, permessi, gemelli intercambiabili e mamme con nervi d’acciaio. Vi siete mai chiesti come vengono scelti i neonati da portare sul set e come si proteggono, essendo così piccoli, da un lavoro così particolare? Approfondiamo la questione in questo articolo in cui faremo luce su alcuni aspetti decisamente curiosi.Franklin: il neonato “vero” che ha acceso il dibattitoQuando è uscito “I Fantastici 4 – Gli inizi”, i fan si sono divisi su un dettaglio apparentemente minore: il piccolo Franklin, figlio di Sue Storm (Vanessa Kirby) e Reed Richards (Pedro Pascal), era reale o creato in CGI? La stessa Kirby ha chiarito che il film è stato girato “con bambini veri al cento per cento”. Dietro la sua frase, però, c’è molto di più: per ogni scena con un neonato, la legge impone sostituzioni continue, perché un bambino può “recitare” per non più di mezz’ora alla volta. Franklin, insomma, non è uno solo ma un piccolo esercito di bebè alternati con precisione chirurgica.Da Jodie Comer ai quindici “figli” di scenaNon è un caso isolato. In “The End We Start From”, la protagonista Jodie Comer ha dovuto “accudire” quindici bambini diversi per interpretare il suo piccolo Zeb nelle varie fasi del film. Uno di loro, racconta la madre, “ha vomitato quattro volte il primo giorno di riprese”. Comer, divertita e intimorita, ha ammesso che lavorare con i neonati è stato come una lezione di umanità: “All’inizio tremavo. Poi ho capito che dovevo solo fidarmi e lasciarmi andare”.Le agenzie dei baby talenti: il caso Bonnie & BettySe a Hollywood si cercano supereroi, a Londra si reclutano baby star. Da quindici anni l’agenzia Bonnie & Betty seleziona neonati per produzioni come “The Crown”, “House of the Dragon” e “Wonka”. La fondatrice Bonnie Lia racconta: “È un lavoro imprevedibile: capita che il bambino faccia la cacca appena si accendono le luci e tutto il piano di produzione va rivisto”. Le richieste arrivano con tempi strettissimi, spesso da registi che cercano “un neonato di un mese entro due settimane”. Così molte madri in gravidanza si candidano già prima del parto, pronte a entrare in scena con il piccolo appena nato.Regole ferree e piccoli espedientiLe leggi sul lavoro minorile sono rigidissime: i bambini sotto i quattro anni non possono “esibirsi” per più di 30 minuti consecutivi e devono riposare almeno un’ora e mezza tra una scena e l’altra. Per questo le produzioni usano spesso gemelli, o anche più coppie di gemelli, così da garantire continuità senza stressare nessuno. Il sesso del bambino? Poco importa. A occhio nudo è impossibile distinguere un neonato maschio da una femmina, e quindi molti “figli” del cinema sono, in realtà, bimbe travestite da bimbi – come la celebre Sofia Coppola nel ruolo del bambino battezzato da Michael Corleone ne “Il Padrino”.Criteri di scelta: calma, tranquillità e… genitori zenI direttori di casting sanno bene che il segreto di un baby attore perfetto non è nel viso, ma nel temperamento. “Tutti chiedono la stessa cosa: un bambino calmo”, spiega Lia. Ma la serenità del piccolo dipende spesso da quella dei genitori. Un genitore ansioso rende il set un incubo; uno rilassato può trasformarlo in un’esperienza piacevole per tutti. Le audizioni, sì, esistono anche per i neonati: non si tratta di provini classici, ma di brevi incontri in cui si valuta se il bambino tollera le luci e la presenza di estranei senza piangere.Piccole star per pochi minuti di gloriaI baby attori non diventano famosi e non guadagnano cifre astronomiche: i compensi finiscono in un fondo a loro nome, accessibile solo a 18 anni. Ma per quei pochi minuti davanti alla macchina da presa, diventano protagonisti assoluti. E anche se le tecnologie digitali sono sempre più avanzate, nessuna CGI potrà sostituire la spontaneità di un vero neonato. Come diceva il produttore Hartley Gorenstein: “Chiediamo loro solo una cosa: non fare nulla. E in questo, sono insuperabili”.L'articolo Da “I Fantastici 4” a “The end we start from”: i segreti dei casting dei neonati al cinema proviene da AttoriCasting.