La “App” di Nordio ora fa sparire gli atti: Procure paralizzate. L’Anm: “Queste sono le priorità, altro che separazione”

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Atti che spariscono una volta vistati dal procuratore aggiunto, senza tornare più nella disponibilità del pm che li aveva inviati. Ecco l’ultima “magia” di App, il software per il processo penale telematico sviluppato dal ministero della Giustizia, diventato obbligatorio da aprile – dopo una lunga serie di rinvii per malfunzionamenti – per depositare tutti gli atti dei processi di primo grado e per l’iscrizione delle notizie di reato. Mentre il ministro Carlo Nordio festeggia per l’approvazione della riforma sulla separazione delle carriere, da giorni App sta mostrando un nuovo disservizio che paralizza l’attività delle Procure di tutta Italia: in pratica, quando i pm trasmettono gli atti per cui è necessario il visto dei procuratori aggiunti – richieste di archiviazione, di rinvio a giudizio, di giudizio immediato, citazioni dirette a giudizio – una volta vistati questi atti scompaiono dal sistema, impedendo ai pm di inoltrarli agli uffici di destinazione (gip o dibattimento). Il malfunzionamento è in corso dallo scorso 24 ottobre, data dell’ultimo aggiornamento del sistema. Così, come ha raccontato il Corriere della sera, giovedì il procuratore di Milano Marcello Viola ha dovuto ordinare con una direttiva una nuova sospensione dell’utilizzo di App – con ritorno al deposito cartaceo – “fino alla accertata risoluzione della problematica”, che, scrive, “incide in modo radicale sul regolare funzionamento dell’ufficio”. Non solo: i pm dovranno rifare su carta anche tutti gli atti depositati dal 24 ottobre a oggi, “che allo stato risultano bloccati nel sistema”. Il problema, ricostruisce Viola, “è stato oggetto di un primo tentativo di soluzione con la patch del 30 ottobre 2025, che tuttavia ad oggi non è stato risolutivo nè vi sono tempi certi al riguardo”.Dopo l’articolo del Corriere, il ministero di Nordio è intervenuto intorno a mezzogiorno di venerdì per rassicurare: “In seguito all’aggiornamento di stamattina, il sistema App funziona regolarmente. Tutti gli atti risultano visibili e vistati; prosegue il monitoraggio tecnico per garantirne la stabilità”, si legge in una nota del Dipartimento per l’innovazione tecnologica. Ma nel pomeriggio l’Associazione nazionale magistrati ha diffuso un duro comunicato per sottolineare la distanza tra i problemi concreti della giustizia e le priorità del governo: “Mentre si approva una riforma che delegittima la magistratura, dobbiamo purtroppo esprimere la nostra profonda preoccupazione per il perdurante malfunzionamento del sistema informatico App giustizia, che da settimane blocca la possibilità per magistrati e segreterie di completare e depositare atti fondamentali per l’attività giudiziaria. Un problema che incide direttamente sui cittadini“, denuncia la giunta del sindacato delle toghe. “Il disservizio”, prosegue, “ha di fatto determinato da giorni la paralisi dell’operatività ordinaria degli uffici requirenti, rendendo impossibile la trasmissione telematica di decreti di citazione, richieste di rinvio a giudizio, archiviazioni e altri atti definitori. Analoghi disservizi si sono registrati anche in altri uffici, sebbene non correlati ad App ma ad un generale malfunzionamento dei servizi informatici. È inaccettabile che l’amministrazione della giustizia sia ancora ostaggio di piattaforme informatiche instabili, aggiornate senza adeguata sperimentazione, e gestite con tempi di intervento e risoluzione indefiniti”.L’Anm sottolinea come “la digitalizzazione della giustizia dovrebbe rappresentare un passo avanti verso efficienza e trasparenza, ma si è trasformata in un collo di bottiglia che rallenta, se non blocca, il funzionamento della giustizia. Sono queste”, sottolinea, “le priorità su cui intervenire: la carenza di strumenti tecnologici affidabili, di personale amministrativo formato e di risorse stabili per il funzionamento quotidiano degli uffici. Non certo la riforma Nordio che mina solo l’autonomia e l’indipendenza della magistratura e non incide sull’efficienza del servizio. E al contrario incide sui costi dello Stato moltiplicandoli con la creazione di nuovi organi (il doppio Csm e l’Alta corte disciplinare, ndr) che peseranno sul bilancio pubblico”. La nota si conclude con un appello: “Il ministero della Giustizia intervenga immediatamente, garantendo la piena funzionalità del sistema e prevedendo un piano strutturale di manutenzione e controllo preventivo degli aggiornamenti informatici. Le rassicurazioni odierne non ci tranquillizzano affatto“, sottolineano i magistrati.L'articolo La “App” di Nordio ora fa sparire gli atti: Procure paralizzate. L’Anm: “Queste sono le priorità, altro che separazione” proviene da Il Fatto Quotidiano.