Non serve essere vegetariani o vegani per riconoscerlo: l'allevamento di polli è da sempre il settore di produzione di carne più crudele al mondo, con 70 miliardi di esemplari allevati ogni anno che nascono e muoiono nel giro di meno di due mesi.Siamo portati a pensare che questa produzione a ritmi serrati abbia costi di gran lunga più bassi rispetto a un allevamento lento e rispettoso del benessere dei polli, e per questo ci sembra normale che i pennuti cresciuti soffrendo meno siano anche molto più cari al supermercato (e, di conseguenza, molto meno comprati).Uno studio pubblicato su Nature Food smentisce questa convinzione, affermando che ridurre di un'ora le atroci sofferenze della vita di un pollo costa appena un centesimo di centesimo di dollaro.. Una vita di sofferenze. I polli da allevamento, chiamati broiler, vivono la loro vita tra atroci sofferenze. Quando nascono pesano appena 40 grammi, e nel giro di otto settimane raggiungono già i tre chili:questa ipercrescita innaturale porta conseguenze gravissime sulla loro salute, rendendoli spesso zoppi (le zampe si spezzano per il troppo peso) e facendoli soffrire di problemi cardiovascolari, stress per il troppo caldo e dolori insopportabili.. Peggio per i genitori. A soffrire ancor di più sono i genitori utilizzati per far nascere pulcini da carne: dal momento che hanno gli stessi geni modificati per crescere e ingrassare in fretta ma devono vivere più a lungo della propria prole, questi polli vengono affamati per non morire per il troppo peso, vivendo una vita ancor più lunga di sofferenze.«Per migliorare in modo significativo il benessere nella produzione di polli da carne, sono necessari cambiamenti genetici. In caso contrario le madri dovranno continuare a sopportare una fame estrema per evitare i problemi di salute causati dalla rapida crescita», sottolinea Cynthia Schuck-Paim, coordinatrice della ricerca.. Basta meno di un euro. I risultati dello studio sono frutto dell'applicazione di un metodo scientifico chiamato Welfare Footprint Framework, che quantifica e compara il benessere animale in modo oggettivo e basato sull'evidenza.Secondo quanto stimato, per passare da un allevamento di polli a crescita rapida a uno di polli a crescita più lenta rispettando gli standard del Better Chicken Commitment (un'iniziativa promossa in Europa da oltre 30 organizzazioni no-profit impegnate nella tutela del benessere degli animali), basterebbe un dollaro per chilo di carne: questo risparmierebbe a ogni animale dalle 15 alle 100 ore di dolore intenso.«Quando si confronta quanto costa evitare un dolore intenso con il costo di altre esternalità, i numeri parlano da soli», commenta Kate Hartcher, una degli autori. Fino ad ora non avevamo una misura standard che ci permettesse di valutare il benessere animale al pari di altri indicatori finanziari o ambientali: ora che ce l'abbiamo, non esistono più scuse per ignorare le loro sofferenze..