Viswashukumar Ramesh è tornato a parlare. In un’intervista alla Bbc, l’unico sopravvissuto all’incidente del Boeing 787 Dreamliner di Air India ha raccontato le difficoltà a continuare a vivere dopo la tragedia dello scorso 12 giugno, costato la vita a 241 persone tra staff e passeggeri. Qualcuno l’ha indicato come l’uomo più fortunato del mondo, ma Ramesh, 40 anni, spiega: «Sì, è un miracolo, ma ho anche perso tutto. Ho perso mio fratello, era la mia colonna». Sul volo precipitato a Ahmedabad i due fratelli Ramesh stavano tornando a Londra dopo qualche giorno trascorso nel Paese d’origine.Come sta RameshSubito dopo il disastro, nonostante ferite al petto, al volto e ai piedi, le condizioni di Ramesh non erano gravi e l’uomo era uscito sulle sue gambe dalle lamiere dell’aereo. Ma ancora oggi per l’uomo, britannico di origini indiane, «è ancora molto doloroso spiegare cosa è successo». A proposito della dinamica dell’incidente, Ramesh non riesce a dire nulla. «Sto avendo difficoltà fisiche e mentali – racconta – e anche la mia famiglia soffre». Il disagio è ben evidente dalle parole dell’uomo: «Non mi va di parlare con nessuno. Resto seduto nella mia stanza, da solo. Non parlo con mia moglie, né con mio figlio. Non parlo con nessuno. Voglio solo stare da solo in casa mia». Le richieste dei legali di RameshPer Ramesh, che oggi non guida più e non lavora, i suoi legali chiedono un risarcimento maggiore di quanto già previsto, per venire incontro alle necessità sue e della famiglia. «Quello che vogliamo fare – spiega uno dei consulenti, Sanjiv Patel – è parlare con Air India, così che possano capire il vero impatto della tragedia e fornire un vero supporto a questa famiglia che sta soffrendo». «Tre volte li abbiamo invitati a confrontarsi con noi», aggiunge l’avvocato Radd Sieger. «Tre volti ci hanno ignorato o hanno respinto le nostre richieste. Non è accettabile».La risposta di Air IndiaIn una dichiarazione, Air India, di proprietà di Tata Group, ha affermato: «Siamo profondamente consapevoli della nostra responsabilità nel fornire sostegno al signor Ramesh. Prenderci cura di lui, e di tutte le famiglie colpite dalla tragedia, rimane la nostra priorità assoluta. I vertici del Gruppo Tata continuano a visitare le famiglie per esprimere le loro più sentite condoglianze. Ai rappresentanti del signor Ramesh è stata fatta un’offerta per organizzare un incontro di questo tipo».L'articolo L’inferno dell’unico sopravvissuto al disastro di Air India, la fortuna del posto 11A e la vita rovinata: «Non parlo più con nessuno» – Il video proviene da Open.