La propaganda del Cremlino sul crollo della Torre a Roma. Pd: "Convocare l'ambasciatore russo"

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"Finchè il governo italiano continuerà a spendere inutilmente i soldi dei suoi contribuenti - per l'Ucraina - l'Italia crollerà tutta: dall'economia alle torri". Sono le parole della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, commentando su Telegram la notizia del crollo parziale della Torre dei Conti a Roma di questa mattina. Un attacco così smaccatamente propagandista all'Italia che ha visto subito risposte dure da parte di tutte le forze politiche italiane dell'opposizione. "Zakharova è feccia, forse bisognerebbe capire cosa sono i russi, sono quelli che deportano i bambini ucraini in Russia, uccidono i civili, dicono queste cose su una tragedia. La Russia è un paese guidato da spietati assassini, che non danno valore alla vita", afferma il senatore Carlo Calenda. Mentre Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera e il segretario di +Europa Riccardo Magi chiedono di: "convocare immediatamente l'ambasciatore russo".    Per Pina Picierno, eurodeputata del Pd e vicepresidente del Parlamento europeo "è un attacco da manuale, cinico e calcolato, contro l'Italia e contro l'Europa. La Russia di Putin è oggi nostra nemica, perché combatte la libertà, la democrazia e i valori su cui si fonda l'Unione europea. Usare il dolore e il patrimonio storico di Roma per fare disinformazione è un gesto meschino che dimostra ancora una volta la natura tossica e aggressiva del regime russo. L'Italia non si farà intimidire da chi semina menzogne: continueremo a stare dalla parte della libertà e dell'Ucraina".   Mara Carfagna, segretaria di Noi Moderati, ricorda che questa è "l’ennesima indegna provocazione di Maria Zakharova" e che le sue parole "rappresentano il peggiore sciacallaggio". Non è infatti la prima volta che la portavoce attacca il nostro paese. A inizio anno, le dichiarazioni di Mattarella sulla stessa natura che accomunava l'invasione russa dell'Ucraina con le conquiste portare avanti dal Terzo Reich furono definite "criminali e inammissibili". Successivamente vennero aggiunti a una lista nera anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro della Difesa Guido Crosetto per essere "esempi di manifestazione di russofobia".