Stop al corso contro la militarizzazione, i sindacati: “Gravissimo”. Valditara: “Nessun divieto, iniziativa propagandistica”

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La polemica – in questi tempi di guerre vicine e lontane – era dietro l’angolo. Sta creando malumori e poteste l’annullamento dal parte del ministero dell’Istruzione del corso che il Cestes-Proteo insieme all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università aveva organizzato per il 4 novembre – ricorrenza in cui si celebra la Giornata dell’unità nazionale delle forze armate – con il titolo: “4 novembre la scuola non si arruola”.“La cancellazione del corso, avvenuta tra l’altro a quattro giorni dal suo svolgimento, rappresenta l’ennesimo atto di lesione della libertà di insegnamento oltre che di censura”, sostiene la Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil. “Le motivazioni dell’annullamento sono risibili – continua il sindacato – ritirare l’accreditamento per la presunta “estraneità agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti” significa ignorare valori come quello della Pace espresso nella nostra Carta Costituzionale. A fronte del fiorire di corsi e convenzioni che spingono le scuole verso la cultura della militarizzazione, quest’atto rappresenta l’ennesimo tentativo da parte del ministero di piegare la funzione della scuola a interessi e ideologie di parte, in continuità con le pessime Indicazioni nazionali per il primo ciclo di istruzione”.Per l’Usb è “un atto gravissimo. Il ministero ha vietato il corso, dopo che più di 1200 persone avevano presentato richiesta di partecipazione. Un corso con relatori importanti, promosso e appoggiato anche da realtà sociali esterne al Cestes, con le quali si voleva aprire un dibattito nelle scuole su come educare alla pace”. Per il ministero il corso “non è coerente con le finalità di formazione professionale del personale docente presentando contenuti e finalità estranei agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti, così come definite nel contratto scuola e nell’Allegato 1 della Direttiva 170/2016”. Per martedì alle 18 l’Usb ha organizzato alcuni presidi di protesta. “Sono stupefacenti le dichiarazioni della Cgil a commento del mancato riconoscimento da parte del Mim del corso ‘La scuola non si arruola’. La decisione del Ministero infatti non vieta alcunché: semplicemente non consente l’esonero dal servizio, e dunque a spese del contribuente, per chi volesse partecipare ad una iniziativa che non ha i requisiti per il suo riconoscimento ufficiale. Il corso – dichiara all’Ansa il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara – ha d’altro canto i connotati di una iniziativa propagandistica di natura prettamente politica. La Cgil dimostra di avere un concetto inquietante di democrazia: scambia la formazione per una occasione di indottrinamento contro il Governo. I tempi in cui pretendevano di fare propaganda nelle scuole sono passati. Noi difendiamo la scuola costituzionale, che mette al centro il rispetto verso lo studente e la necessità di una formazione seria e non ideologica”.L'articolo Stop al corso contro la militarizzazione, i sindacati: “Gravissimo”. Valditara: “Nessun divieto, iniziativa propagandistica” proviene da Il Fatto Quotidiano.