Sfratti più veloci per chi non paga l’affitto? Paoluzzi (Unione inquilini): «Cento sfratti al giorno, le forze dell’ordine non hanno mezzi né personale per farne di più» – L’intervista

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Sfratti più veloci sì? «Pura propaganda». A parlarne con Open è Silvia Paoluzzi, segretaria dell’Unione Inquilini, che commenta la legge depositata in questi giorni al Senato a prima firma di Paolo Marcheschi di Fratelli d’Italia. La proposta punta a velocizzare gli sfratti per chi non paga l’affitto da almeno due mesi, affidando il compito a un’Autorità ad hoc, un ente pubblico amministrativo e non a un giudice, per liberare più rapidamente le abitazioni. Una mossa che ha fatto saltare dalle sedie opposizioni e sindacati, anche perché arriva in un momento in cui la crisi abitativa è diventata un’emergenza: gli affitti continuano a salire e trovare una casa è sempre più difficile. E tutto questo avviene proprio durante i lavori sulla Legge di Bilancio, senza alcuna misura concreta per la casa, mentre quel “piano casa” annunciato da Giorgia Meloni e Matteo Salvini in estate è sparito dalle pagine del testo. Ne abbiamo parlato con Paoluzzi.In pochi mesi, lo sfratto: una misura efficiente o spietata?«Spietata. Intanto, è pura propaganda. I dati sugli sfratti ci dicono che le sentenze aumentano, ma gli sfratti restano stabili. Perché? Perché i giudici emettono le sentenze, ma a eseguirle devono essere le forze dell’ordine. E nel nostro Paese ci sono già cento sfratti al giorno: con la carenza cronica di personale, è impossibile fare di più. Come possono le forze dell’ordine, che denunciano continuamente la mancanza di uomini e mezzi, gestire ancora più esecuzioni?»Dicono che la misura renderà i contenziosi civili più rapidi, così da liberare prima le case e rimetterle sul mercato.«Ma anche questo è fuorviante: i tempi si sono già notevolmente ridotti negli ultimi anni. Nella maggior parte dei casi, lo sfratto avviene entro un anno, massimo un anno e mezzo. Se passasse questa proposta di legge, i tempi delle sentenze potrebbero sì accorciarsi, ma alla fine si ricadrebbe comunque sulle forze dell’ordine: come nel gioco dell’oca, si torna alla casella di partenza. Inoltre, la pdl è incostituzionale, perché affida gli sfratti a un’autorità amministrativa, mentre il diritto amministrativo si occupa solo di interessi pubblici. Si tratterebbe quindi di una palese violazione di giurisdizione».E poi? Dove finiscono le persone sfrattate?«Le amministrazioni dovrebbero garantire un passaggio da casa a casa, ma troppo spesso non accade. Molti finiscono in cooperative sociali o dormitori, ormai saturi, oppure in case-famiglia, nel caso di nuclei con minori. Così mamma e bambino trovano un posto, mentre il padre dorme per strada».Qual è l’identikit della persona sfrattata in Italia?«Prendo alcuni esempi reali: la signora anziana che, per un periodo, non è riuscita a pagare l’affitto perché vive solo con la pensione. C’è la ragazza precaria, che lavora per obiettivi e ha subito mobbing sul lavoro, rimanendo per mesi senza stipendio e quindi impossibilitata a coprire l’affitto e alcune spese condominiali. E poi c’è una famiglia con un bambino in sedia a rotelle, il cui padre ha perso il lavoro per un periodo. Insomma, le storie sono diverse, ma raccontano tutte la stessa realtà: questa situazione colpisce persone di ogni età e condizione».E sul territorio, quali città registrano il maggior numero di sfratti?«Palermo al primo posto, seguito da Roma e Milano».Però la proposta di Fratelli d’Italia prevede un Fondo nazionale per l’emergenza abitativa.«Questi fondi li abbiamo sempre criticati: possono dare un aiuto, ma non risolvono il problema. Arrivano troppo tardi e non sostengono davvero le famiglie, perché non sono soluzioni strutturali. In questo Paese, il patrimonio pubblico è stato svenduto e continua a esserlo. Oggi ci sono 650mila persone in graduatoria con diritto a una casa popolare, mentre 90mila unità restano inutilizzate per mancanza di manutenzione. E non abbiamo nemmeno un quadro completo di tutte le abitazioni disponibili. Allora perché non investire su questo patrimonio, così da alleggerire il carico sui comuni e dare una risposta concreta a chi ne ha bisogno?»Questa pdl arriva in pieni lavori sulla Legge di bilancio. Si sta parlando tanto di “Piano casa”.«Un “piano casa” che di fatto non esiste e una Legge di bilancio in cui non si parla di casa. Nel frattempo, destra e sinistra continuano a proporre il social housing, che si rivela più una speculazione che una soluzione concreta, mentre il Paese si impoverisce sempre di più. Oggi, metà delle famiglie che vivono in povertà assoluta sono in affitto: circa 1 milione e 49mila nuclei. E il numero continua a crescere, a causa dei tagli drastici al welfare abitativo».Cosa fare per cambiare davvero le cose?«Oltre alla manutenzione di quelle 90mila case popolari, bisognerebbe investire nella riconversione di tutti i manufatti abbandonati in alloggi pubblici, offrendo alle famiglie la possibilità di vivere con dignità».Avete parlato con il governo?«Ora si stanno svolgendo le audizioni sulla legge di bilancio, ma noi non siamo mai stati interpellati, nonostante ne avessimo fatto richiesta. Salvini, durante i lavori per il piano casa, non ha interpellato alcun sindacato, ha coinvolto solo costruttori e gruppi immobiliari».E con l’opposizione?«La settimana scorsa si è tenuta una conferenza stampa in cui è stato annunciato un contro-piano a firma di Furfaro, Grimaldi e Santillo, con la convocazione di un tavolo alternativo a quello di Salvini. L’obiettivo è coinvolgere tutte le parti sociali, incluso il ministero, per discutere in maniera seria – e per la prima volta davvero – della crisi abitativa. La data dell’incontro verrà definita nelle prossime settimane».L'articolo Sfratti più veloci per chi non paga l’affitto? Paoluzzi (Unione inquilini): «Cento sfratti al giorno, le forze dell’ordine non hanno mezzi né personale per farne di più» – L’intervista proviene da Open.