Titoli di Stato esteri e diversificazione del portafoglio: un’opportunità da valutare

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Ven, 3 Ott 2025Diversificare il portafoglio significa distribuire i propri investimenti su asset diversi tra loro, in modo da ridurre i rischi di perdite significative.DiCF AdvertorialCondividi l'articoloImage Credit: DepositphotosLa diversificazione del portafoglio è uno dei principi fondamentali di una gestione attenta degli investimenti. Gli obiettivi di questa strategia sono in primis la riduzione del rischio di perdite e, in secondo luogo, il miglioramento delle prospettive di rendimento nel medio-lungo periodo.Detto in parole semplici, diversificare il portafoglio significa distribuire i propri investimenti su asset diversi tra loro, in modo da ridurre i rischi di perdite significative che dovessero verificarsi in seguito a forti ribassi di un particolare asset (per esempio azioni od obbligazioni oppure criptovalute) o di uno specifico settore (per esempio quello tecnologico).Un portafoglio diversificato include vari strumenti finanziari, per esempio azioni, metalli preziosi (oro, argento, platino e palladio), materie prime, ETF, criptovalute e titoli di Stato. Riguardo a questi ultimi, un investitore ha la possibilità di inserire nel proprio portafoglio non soltanto i titoli italiani, ma anche quelli emessi da Paesi esteri. Ne sono esempi i Green bond austriaci, i BTP Romania o i Bund tedeschi. Investendo su obbligazioni statali estere si attua quindi una diversificazione per aree geografiche.Titoli di Stato esteri: la diversificazione geograficaI titoli di Stato del nostro Paese, e in particolar modo i BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) sono spesso presenti nel portafoglio finanziario di molti investitori privati, sia piccoli che grandi. Una delle ragioni è il loro profilo di rischio medio-basso: nonostante l’elevato debito pubblico, il nostro Paese ha sempre rispettato gli impegni di rimborso.Detto ciò, l’acquisto di titoli di Stato esteri può attenuare la concentrazione del portafoglio sul debito dello Stato italiano. In sostanza, scegliere di diversificare anche geograficamente significa sfruttare anche i mercati con condizioni macroeconomiche, rating, rendimenti e politiche fiscali differenti.Per esempio, i Bund tedeschi sono tradizionalmente ritenuti tra i più solidi e stabili, mentre i BTP Romania si caratterizzano per i loro maggiori rendimenti, anche se il loro profilo di rischio è più alto.Titoli di Stato esteri: le differenze di rendimento e di rischioÈ necessario precisare che in finanza il rischio zero non esiste: qualsiasi investimento ha in sé una certa quota di rischio. In linea generale (anche se esistono eccezioni, si pensi alla vicenda dei Bond argentini), i titoli di Stato sono strumenti considerati affidabili, ma esistono ovviamente differenze tra un Paese e l’altro, che riflettono la loro situazione economico-finanziaria.I bond emessi da economie considerate più sicure come Germania, Austria e Olanda, hanno di norma tassi di interesse generalmente contenuti, ma il loro livello di affidabilità è particolarmente elevato.Al contrario, i titoli emessi dai Paesi che hanno rating inferiori possono offrire rendimenti superiori, ma il loro profilo di rischio è più elevato, in quanto emessi da Paesi che sono più sensibili alla volatilità dei mercati, alle situazioni di instabilità politica e all’elevato debito pubblico.L’importanza di valutare con attenzioneAcquistare titoli emessi da Paesi esteri è molto semplice, grazie alle piattaforme bancarie. È però fondamentale ricordare che qualsiasi strumento finanziario che si voglia inserire nel proprio portafoglio, bond esteri compresi, deve essere valutato con estrema attenzione.Per quanto riguarda i titoli di Stato di Paesi esteri è fondamentale considerare la valuta di emissione (esiste infatti anche il “rischio valuta”), il rating del Paese, le condizioni macroeconomiche e, ovviamente, anche gli obiettivi personali.Developed by 3x1010