“Il silenzio sulla Palestina ha ucciso il rap? Rispetto Ghali perché si è esposto prima degli altri. Si è sempre sentito straniero nel suo Paese. Ma su Gaza siamo tutti d’accordo”: parla Fabri Fibra

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Fabri Fibra è una delle star del cast della quarta edizione dell’evento Red Bull 64 Bars Live, che da Napoli si è spostato a Roma e precisamente ai piedi del “Serpentone” di Corviale. Abbiamo incontrato l’artista nel backstage, poche ora prima del suo show questa sera sabato 4 ottobre.“Il vostro silenzio ha ucciso il rap. Chi non dice un ca**o sulla Palestina non può definirsi parte di questo genere” è il commento di Ghali in queste ore. Artie5ive e Guè si sono esposti, rispondendo che non bisogna essere divisivi e, in particolare, il secondo ha dimostrato di aver supportato le vittime della guerra a Gaza con donazioni.“Quello che sta avvenendo, la partecipazione di così tanta gente da giorni, è un qualcosa prende una piega alla quale assistiamo tutti che è rilevante”, ci ha spiegato Fabri Fibra.“Rispetto molto Ghali perché si è esposto prima degli altri – ha continuato – e perché vedo che crede in quello che dice. Penso che, in qualche modo, subisca anche questo fatto di sentirsi sempre straniero, nella sua Nazione e sento la sua lotta. Detto questo, non c’è dubbio che sul conflitto siamo tutti siamo d’accordo e che nessun popolo dovrebbe vivere sotto un’oppressione, nemmeno in Palestina. Voglio anche dire che è importante esporsi con la propria musica, quando poi la musica che fai difende il messaggio. La musica legittima il messaggio se tu sei una persona che si espone nei social Dunque in questo caso, hai una credibilità che serve per legittimare il messaggio, ma non bisogna delegittimare chi lo fa”.Il discorso poi si sposta sul rap: “Non puoi usare oggi lo stesso linguaggio degli Anni 90, bisogna contestualizzare le parole per essere in sintonia col pubblico. Negli Anni era necessario essere aggressivi per attirare l’attenzione e l’interesse di chi ti ascoltava”.Nella canzone creata per Red Bull 64 Bars Live, Fabri Fibra rappa: “Sanremo tratta i rapper come Trump Zelensky”. Il concetto è chiaro: “Penso che il Festival ha iniziato ad accettare i rapper quando si è capito che portava il pubblico dei giovani. Ma non è interessato alla natura del rap è interessato ai numeri e ai fan che portano il rap. Quando sul palco vedi il rapper è snaturato con l’abitino elegante, quando in realtà dovrebbe ‘disturbare’ la platea.Quando ho visto Trump che ha trattato in malo modo Zelensky ho pensato esattamente a quello che fa Sanremo con il rapper al quale dice ‘togliti quella collana quando sali sul palco’”.Il rap si è imborghesito? “Sì, inutile negarlo, ma è un fenomeno mondiale. Con la fusione della tecnologia sono cambiate moltissime cose, così come l’avvento dello streaming. Oggi un artista rap fa i soldi, al primo contratto, che io ho accumulato in dieci anni. Dunque non solo il rap ma anche tutto il mondo si è imborghesito perché ha avuto accesso a determinate realtà con più facilità tramite il telefonino. Basti pensare anche all’accesso alle droghe. La cocaina era una roba di elite, oggi è alla portata di tutti”.L'articolo “Il silenzio sulla Palestina ha ucciso il rap? Rispetto Ghali perché si è esposto prima degli altri. Si è sempre sentito straniero nel suo Paese. Ma su Gaza siamo tutti d’accordo”: parla Fabri Fibra proviene da Il Fatto Quotidiano.