Il noto teorico delle Scie chimiche, nonché condannato in via definitiva Rosario Marcianò, non smette di proporci nuovi complotti. Riscontriamo per esempio un recente post Facebook in merito a presunti «microaghi nel naso brevettati per entrare nel tuo cervello». Segue domanda retorica: «cosa c’è davvero nei tuoi tamponi?» La spiegazione si troverebbe nella clip diffusa dal “ricercatore indipendente”, la quale si baserebbe a sua volta su un «brevetto statunitense registrato: US20130085472A1». Dalla narrazione si deduce, che quei test molecolari eseguiti per verificare la presenza molecolare del nuovo Coronavirus nelle alte vie respiratorie, non sarebbero dei veri tamponi.Per chi ha fretta:Secondo Marcianò i tamponi diagnostici per la Covid-19 conterrebbero microaghi allo scopo di entrare nel cervello per chissà quale fine.La fonte è il brevetto di un nasal delivery device realizzato da Christopher Shaari nel 2011.I tamponi usati a scopo diagnostico sono definiti nasopharyngeal swab, oppure nasal swab e i loro brevetti sono reperibili online.Il dispositivo di Shaari serve a somministrare farmaci, mentre i tamponi veri e propri hanno uno scopo diagnostico.La narrazione non spiega perché verrebbero usati i tamponi di Shaari e non quelli comunemente studiati (Jung, Eun Ju, et al. 2023).AnalisiLa condivisione sui microaghi brevettati si presenta con la seguente didascalia:MICROAGHI NEL NASO BREVETTATI PER ENTRARE NEL TUO CERVELLO: COSA C’ERA DAVVERO NEI TAMPONI?È tutto nei documenti ufficiali. Non si tratta di fantascienza, ma di un brevetto statunitense registrato: US20130085472A1.Il presunto complotto dei microaghiQuel brevetto americano sui microaghi esiste davvero. Ma di cosa si tratta esattamente? E che c’entrano i comuni tamponi usati per verificare la positività al SARS-CoV-2?Nella clip una voce narrante, probabilmente generata con AI, parla di un articolo che cita il brevetto americano in oggetto come fonte. Non è chiaro quale sia il testo originale su cui si basa la voce narrante, tuttavia si trova un post precedente di diversi mesi su Facebook. Stessa narrazione e brevetto a supporto.Basterebbe leggere il testo del brevetto per capire che non può trattarsi dei tamponi usati a scopo diagnostico per rilevare la presenza molecolare del SARS-CoV-2. È come se qualcuno trovasse il brevetto della Ferrari e sostenesse che tutti noi guidiamo un’auto da corsa.L’inventore del tampone in oggetto è Christopher Shaari. Ha realizzato il dispositivo nel 2011 e ne ha pubblicato il brevetto due anni dopo. Lo scopo è quello di somministrare farmaci attraverso le alte vie respiratorie. Leggiamo l’abstract:«L’invenzione riguarda un dispositivo per la somministrazione nasale che comprende uno o più microaghi, nonché i metodi per la somministrazione nasale di una composizione tramite un dispositivo di questo tipo. In alcune realizzazioni, il dispositivo di somministrazione nasale comprende un supporto destinato all’applicazione di una composizione sulla mucosa nasale e/o dei seni paranasali, nel quale il supporto è non assorbente e integra uno o più microaghi. In altre realizzazioni, il dispositivo di somministrazione nasale comprende un serbatoio contenente uno o più agenti terapeutici, nel quale il serbatoio è in comunicazione fluida con uno o più microaghi».Per trovare i brevetti dei tamponi usati dal 2020 a oggi non si dovrebbero cercare i «nasal delivery device», come quello in oggetto; bensì i «nasopharyngeal swab», oppure i «nasal swab». Per maggiori approfondimenti sui tamponi usati realmente per diagnosticare la Covid-19 suggeriamo uno studio comparativo, pubblicato dalla rivista Annals of Laboratory Medicine nel 2023.ConclusioniIl dispositivo a microaghi di cui tratta Marcianò non c’entra niente coi tamponi a scopo diagnostico usati per rilevare la presenza molecolare del SARS-CoV-2. Questo articolo contribuisce a un progetto di Meta per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Meta.L'articolo Il complotto dei microaghi nei tamponi Covid proviene da Open.