Trump mira al petrolio del Venezuela: con Rubio e Machado prova a prendere tre piccioni con una fava

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Ogni imperatore che si rispetti ha bisogno di un alter ego per estendere il potere sulle province: lo aveva capito Nerone, quando riabilitò Tigellino, accusato di lesa maestà per la tresca con Agrippina sorella di Caligola, nominandolo prefetto del pretorio. La sua crudeltà fu utile al dittatore romano per eliminare i nemici.Trump dal canto suo intuì che Marco Rubio, senatore della Florida, esule cubano con il dente avvelenato nei confronti del regime castrista e di tutto ciò che puzza di socialismo, sarebbe stato perfetto per i suoi scopi nominandolo Segretario di Stato. Malgrado il parziale insuccesso della missione caraibica in Giamaica dove Rubio cercò invano di convincere le isole anglofone a rimpatriare i medici cubani, ossatura imprescindibile del sistema sanitario locale e unica fonte di sopravvivenza dell’obsoleto socialismo reale, il Tigellino a stelle e strisce continuò in Guyana e Suriname, garantendo alla prima il mantenimento duty free dell’export negli Usa di petrolio e gas liquido in cambio di una partnership militare ai confini del Venezuela, per “proteggere” la regione di Essequibo dal regime di Maduro.Ma l’obiettivo principale di Trump&Rubio rimane il petrolio venezuelano: con gli attacchi militari a presunti narcotrafficanti e alle petroliere di Maduro, il duo cerca di prendere due piccioni con una fava, anzi tre: dare il colpo di grazia alla vacillante economia bolivarista, indebolire i rifornimenti di petrolio alla Cina, e sabotare il governo di Petro in Colombia, il quale pur rifiutando appoggio militare al Venezuela, è recalcitrante all’assoggettamento statunitense del suo Paese.Strategia yanquiL’inseguimento della nave cargo venezuelana Bella I la notte di domenica 21 dicembre, concluso martedì scorso con il sequestro della petrolifera, ha rappresentato un passo in avanti della strategia Usa ai danni del nemico numero 1 nella classifica regionale di Trump: il fermo della nave è stato motivato dalla violazione delle sanzioni comminate al Venezuela, che comprendono anche una No Fly Zone dei voli commerciali che blocca gli itinerari delle compagnie aeree verso Caracas.Stavolta però è stato preso di mira di proposito il cargo abituale che trasporta barili di crudo verso Cina e Iran, provocando proteste cinesi e russe per la violazione americana delle acque internazionali. Non si tratta dunque solo di un sabotaggio ai danni del governo di Maduro che Trump vuole isolare commercialmente, ma anche di una provocazione netta nei confronti sia del rivale cinese per gli scambi commerciali, che di quello russo a livello militare.“Non temiamo che possa esserci un’escalation di conflitto con la Russia per via del Venezuela; sono troppo impegnati contro l’Ucraina, così come la Cina deve tenere d’occhio Taiwan. La nostra forza militare aumenta la determinazione nel perseguire un regime illegale coinvolto nel narcotraffico attraverso bande criminali quali Farc, Eln e Tren de Aragua, attive anche in Colombia con la complicità del presidente Petro, e che oltretutto facilita il terrorismo libanese pro Iran degli Hezbollah.”Con la sua ultima roboante dichiarazione, Rubio mette l’accento sulla sfida che gli Stati Uniti hanno messo in atto nei confronti del comunismo internazionale, temuto non più a livello politico, ma come concorrente a livello energetico, dal momento che la Russia è il secondo produttore mondiale di gas e crudo, e tuttora il Venezuela, pur con una produzione calata drasticamente, continua ad essere primo per le riserve petrolifere.Le stragi perpetrate dalla Marina militare statunitense ai danni degli equipaggi dì presunte imbarcazioni cariche di droga non violano solamente il diritto internazionale in assenza di prove, ma costituiscono anche uno specchietto per le allodole ai fini di giustificare agli occhi dei media gli eccidi, distogliendo l’attenzione dal vero scopo che tale strategia persegue. Sono oltre un centinaio finora i marinai venezuelani uccisi.Nei riguardi della Cina, per coprirsi sul fronte orientale, Trump ha dato il nulla osta all’invio di 11 miliardi di armi e missili ad alta tecnologia a Taiwan, scatenando le proteste del ministro della difesa cinese che accusa gli Stati Uniti di minacciare la sovranità e la sicurezza nazionale della Cina, armando fino ai denti uno stato visto da sempre come una provincia ribelle.MariCori, Gandhi al contrarioMaria Corina Machado, simbolo dell’opposizione antichavista fin dai tempi del colpo di stato nel 2002, insignita del Nobel per la pace dal Parlamento norvegese a ottobre, ha sfiorato la vittoria con il suo candidato González alle ultime presidenziali di luglio 2024. Maduro ha poi vinto, in un clima di guerra civile, aizzato da entrambe le fazioni che ha causato varie vittime.Secondo il rapporto del centro Carter, i numeri reali del voto finale non sarebbero mai stati rivelati, oltre alle intimidazioni nei confronti degli oppositori e il sabotaggio ai danni dei venezuelani emigrati all’estero, perlopiù anti Maduro, di cui molti non sono riusciti per cavilli burocratici a registrarsi in tempo per votare.Sta di fatto che assegnare il Nobel a un politico divisivo che nel corso degli anni si è spostato sempre più a destra, cercando di applicare l’ideologia Maga di Trump al Venezuela, appoggiando apertamente Netanyahu e firmando con Jair Bolsonaro, Javier Milei e Giorgia Meloni la Carta di Madrid del partito estremista Vox, senza contare il suo passato da golpista, appare come un segnale di piaggeria verso l’imperatore.Non hanno voluto farla troppo sporca premiando uno che spende miliardi in armi e fa ammazzare i sospetti senza processo, ora anche in Nigeria con la scusa dell’Isis, ripiegando poi sulla sua fan più sfegatata, quella che auspica un’invasione statunitense nel suo stesso Paese. Potere in cambio del petrolio. Sembra una barzelletta ma, essendo norvegesi, direi piuttosto una freddura.Foto-collage © F. BacchettaL'articolo Trump mira al petrolio del Venezuela: con Rubio e Machado prova a prendere tre piccioni con una fava proviene da Il Fatto Quotidiano.