Riscossione, le novità del 2026 per chi ha debiti col fisco: quinta rottamazione e annullamento automatico delle cartelle impossibili da riscuotere

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Da un lato una nuova sanatoria delle cartelle non pagate, la quinta, inserita nella legge di Bilancio. Dall’altro l’entrata a regime del nuovo Testo unico sulla riscossione, che porta con sé per il futuro l’annullamento automatico dei crediti inesigibili non recuperati nei cinque anni successivi all’affidamento all’ente che si occupa del recupero coattivo. Il 2026 sarà ricco di novità per i milioni di italiani che hanno pendenze con il fisco. L’Agenzia delle Entrate Riscossione punta a recuperare in tutto 14,8 miliardi, obiettivo al ribasso rispetto ai 16 miliardi incassati nel 2024.Come funziona la quinta rottamazione (che ci costa 1,48 miliardi)Con la nuova “Definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione” si potranno ancora una volta estinguere carichi affidati alla riscossione in un arco temporale molto ampio (dal 2000 al 2023), pagando capitale e spese ma senza interessi di mora e sanzioni. Come al solito, per le multe stradali lo sconto riguarda solo interessi e aggio, non la sanzione principale. Chi ne beneficerà? Il governo ha sostenuto che l’accesso è riservato ai contribuenti che hanno dichiarato tutto e poi non sono riusciti a versare a causa di difficoltà economiche, ma leggendo i commi da 82 a 101 della manovra si scopre che non c’è alcun meccanismo selettivo che consenta di selezionare chi non paga perché impossibilitato a farlo. Non solo: non sono previsti paletti che precludano l’accesso ai recidivi, coloro che sono stati iscritti a ruolo più volte, hanno aderito ad altre offerte di pagamento agevolato e poi hanno smesso di pagare le rate.La novità principale rispetto alle precedenti sanatorie è che il debito verrà spalmato su un massimo di ben 54 rate bimestrali, vale a dire in nove anni. Dal 1° agosto 2026 chi chiede la dilazione dovrà però versare interessi del 3%, in calo rispetto al 4% previsto nella prima versione del disegno di legge. Una pretesa minima, insufficiente per evitare che anche questa rottamazione, contestata da tutte le istituzioni indipendenti chiamate a dare un giudizio sulla manovra, si traduca in una perdita netta per lo Stato: la differenza tra incassi previsti e mancato gettito da riscossione ordinaria degli stessi debiti è ampiamente negativa. Solo nel 2026 l’erario rinuncerà a 1,48 miliardi. Considerando tutto l’arco temporale 2026-2036, l’impatto negativo sarà di 778 milioni. Le novità sulle cartelle impossibili da riscuotereIn parallelo, l’anno nuovo porterà però novità nella gestione ordinaria delle cartelle, con l’entrata a regime del nuovo impianto della riscossione previsto dalla delega fiscale. Dall’1 gennaio entrerà infatti in vigore il Testo unico su versamenti e riscossione, approvato nel marzo 2025. Alcune novità sono già operative dal 2025, a partire dalle rateazioni più lunghe: chi dimostra una situazione di difficoltà può ottenere piani fino a 120 rate mensili, mentre anche chi dichiara una temporanea carenza di liquidità, senza documentarla, può accedere a 84 rate. Il perno della riforma resta però il nuovo meccanismo di gestione dei crediti inesigibili.Le regole si applicano ai carichi affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione a partire dal 1° gennaio 2025. In base al Testo unico, le cartelle che non producono incassi entro il 31 dicembre del quinto anno successivo all’affidamento potranno essere rimosse dai registri dell’agente della riscossione: una cancellazione amministrativa che mira a ridurre il magazzino dei crediti irrecuperabili. Il discarico potrà avvenire anche prima dei cinque anni nei casi in cui l’Agenzia accerti che il debitore non possiede beni pignorabili né ha acquisito nuovi patrimoni o redditi rispetto a quelli già verificati, rendendo inutili ulteriori tentativi di recupero. In queste ipotesi, il credito verrà restituito all’ente creditore – Agenzia delle Entrate, Inps, Inail, ministeri o Comuni – che potrà decidere se tentare autonomamente la riscossione, affidarsi a società private oppure riaffidare il carico all’AdER per altri due anni. Quest’ultima opzione è subordinata all’emersione di nuove informazioni, come rimborsi fiscali o pagamenti dovuti dalla pubblica amministrazione al debitore, che possano essere intercettati.Cosa succede al magazzino fiscale da oltre 1.200 miliardiPer quanto riguarda il pregresso, cioè gli oltre 1.200 miliardi di crediti accumulati a partire dal 2000, la commissione nominata dal Mef con l’incarico di esaminare il magazzino fiscale ha suggerito nei mesi scorsi di avviare il discarico partendo dai crediti giuridicamente non più esigibili, pari a 338 miliardi di euro, a cui sommare quelli “con remote prospettive di riscossione” del periodo 2000-2010, che ammontano a 70 miliardi. Quindi nella prima fase andrebbero mandati al macero ruoli per 408 miliardi, il 32% del magazzino residuo. Un falò di 27,6 milioni di cartelle con 42,9 milioni di debiti accumulati da 9,3 milioni di contribuenti. In realtà, stando alla riforma della riscossione, anche in questo caso i crediti verrebbero riconsegnati ai creditori iniziali che potrebbero decidere di gestirli direttamente o riaffidarli. Ma la commissione ha suggerito di prendere atto della realtà e annullare ex lege quelli sicuramente irrecuperabili.Ora il legislatore dovrà decidere se accettare il consiglio. Finora ne ha ignorati molti, tra cui la richiesta che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione possa sapere quanti soldi ci sono in un dato momento sul conto corrente del debitore in modo da poter procedere all’eventuale pignoramento a colpo sicuro e non “al buio”. Peccato che, come ha spiegato la stessa commissione guidata da Roberto Benedetti nella relazione inviata al ministro Giancarlo Giorgetti, se non si amplia la batteria di poteri e strumenti a disposizione dell’agente della riscossione, non lo si potenzia assumendo personale con competenze specialistiche e non si punta tutto sull’interoperabilità delle banche dati la riforma incentrata sullo snellimento dell’enorme magazzino fiscale sarà inutile.L'articolo Riscossione, le novità del 2026 per chi ha debiti col fisco: quinta rottamazione e annullamento automatico delle cartelle impossibili da riscuotere proviene da Il Fatto Quotidiano.