Nove persone sono state arrestate a Genova con l’accusa di aver finanziato Hamas attraverso tre associazioni benefiche. Agli indagati vengono addebitate operazioni che si ritiene abbiano contribuito alle attività dell’organizzazione terroristica per un ammontare complessivo di circa 7 milioni di euro. Tra le persone coinvolte c’è anche c’è Mohammad Mahmoud Ahmad Hannoun, presidente dell’Associazione Palestinesi in Italia. “Ha rivendicato la sua attività di raccolta fondi per attività determinate e precise di beneficenza – hanno sottolineato i legali – e ha negato di aver mai finanziato direttamente o indirettamente Hamas, oltre ad avere precisato che la sua attività è iniziata nei primi anni ’90”, hanno detto Emanuele Tambuscio e Fabio Sommovigo, avvocati dell’architetto giordano di 62 anni. L’uomo ha fornito una dichiarazione spontanea al gip di Genova ma durante l’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere. “Ha chiarito che mai ha voluto o consentito che aiuti da lui raccolti e arrivati a Gaza fossero etichettati, distribuiti, utilizzati da Hamas per i fini propri di Hamas”.I legali di Hannoun: “Conti bloccati ma contanti dichiarati in aeroporto”Nel fornire dichiarazioni spontanee questa mattina Mohammad Hannoun ha ribadito che “da anni i conti erano bloccati e ha specificato che l’unico modo per portare aiuti e fare raccolte fondi era fare raccolte in contanti e che tutte le volte sono stati dichiarati in uscita in alcune dichiarazioni necessarie in aeroporto“, hanno spiegato ancora i legali. In merito al presidio che è stato organizzato ieri sera sotto la casa circondariale di Marassi da parte di attivisti che chiedevano la liberazione degli arrestati, gli avvocati hanno aggiunto: “È una persona molto posata e consapevole. Ce l’ha precisato e penso che fosse confortato da questo”. Questo articolo Inchiesta fondi ad Hamas, i legali di Hannoun: “Ha negato i finanziamenti” proviene da LaPresse