Reduce da una stagione che lo ha consacrato nel gotha del tennis mondiale, Lorenzo Musetti riparte verso il 2026 “con la voglia di rimettersi in gioco e con la convinzione che sia stata una off season di cambiamenti”. “Perlas aiuterà me e Simone a sviluppare i lati migliorabili del nostro lavoro. Ci siamo occupati di tecnica ma anche di nutrizione e fisico. Avevo l’esigenza di prendere del tempo per me stesso, uno dei motivi per cui ho rinunciato alla Davis”. Queste le parole del tennista carrarino nel corso di una intervista al Corriere della Sera, in cui rivela che sta lavorando anche per capire “la ragione degli infortuni, per esempio. Ho fatto visite, analisi, indagini: ora ho più chiari i miei parametri e i miei limiti, poi certo la palla la devi sempre buttare di là”. L’ingresso di Perlas nel team di MusettiSull’ingresso di José Perlas nel suo staff ha ancora detto: “José ha portato tutti i suoi giocatori al best ranking, aprendo orizzonti su qualsiasi superficie. Certo è spagnolo, cresciuto sulla terra, ma è una persona di grande esperienza. La fase iniziale è stata tra noi due: ci siamo parlati a lungo, e le idee combaciavano. Speriamo non serva troppo per metabolizzare il cambiamento”. “A questo livello, solo con il talento non vai da nessuna parte. Convivo con un dilemma, dentro di me: se fossi meno talentuoso ma con un altro carattere, cosa sarei diventato? Poi penso che sia meglio avere il mio talento e darmi da fare per migliorare il carattere. So che, se voglio fare il salto di qualità definitivo, devo lavorare sull’atteggiamento“, ha detto. Visualizza questo post su Instagram Un post condiviso da Lorenzo Musetti (@lore_musetti)I buoni propositi per l’inizio di stagione I progressi sul veloce che l’hanno portata a Torino li considera metabolizzati. “Spero proprio di sì. Vorrei ripartire forte già in Cina e a Melbourne. Vorrei che fosse il miglior inizio di stagione della carriera. Però il tennis dà poche garanzie: ogni giorno te lo devi creare daccapo. Una off season pazzesca può rivelarsi un castello di carte. A pagare è la costanza: nel 2025 i miei bassi non sono mai stati troppo bassi. È un bene”, ha detto. Visualizza questo post su Instagram Un post condiviso da Technogym Sport (@technogymsport)Musetti: “Sinner cinico e spietato”Quest’anno ha giocato (e perso) una volta con Sinner e quattro con Alcaraz. Quale direbbe che è la differenza più netta tra il numero due e uno del mondo? “La costanza e la continuità, le doti di Jannik. Sinner è cinico e spietato, è una roccia perenne come ritmo e intensità. Carlos ha alti celestiali, però se è nervoso o teso, diventa emotivo. E qualche chance te la offre. Poi devi essere bravo tu a coglierla”, ha detto. No a obiettivi a lungo termineNel 2026 non ragionerà su obiettivi di tornei o classifica. “Non mi piace mettermi obiettivi a lungo termine, nemmeno di mesi. Intanto voglio partire a razzo: d’abitudine, fatico a carburare. Dopo l’Australia andrò in Sudamerica. L’anno scorso mi ero fatto male: andrà evitato. Fino a Montecarlo, ho pochi punti da difendere. Dopo viene il bello, o il brutto. C’è il filotto di risultati nei tre Master 1000 su terra e al Roland Garros. Ma cambiare atteggiamento significa pensare che ogni torneo parto per vincerlo”, ha concluso. Chi è José PerlasJosé Perlas affiancherà Simone Tartarini in qualità di coach. Durante la sua lunga e prestigiosa carriera il tecnico spagnolo ha seguito Carlos Moya dal 1995 al 2000, aiutandolo a conquistare il Roland Garros e a diventare n°1 del mondo. Ha fatto parte del team di Albert Costa dal 1999 al 2004 portandolo alla vittoria dello Slam di Parigi. In seguito ha lavorato con Guillermo Coria dal 2005 al 2006 e con tennisti come Nicolas Almagro, Juan Carlos Ferrero, Janko Tipsarevic, Dusan Lajovic e Fabio Fognini. Inoltre ha fatto parte del gruppo di capitani che ha guidato la Spagna ai primi due trionfi in Coppa Davis nel 2000 e 2004. José Perlas e Feliciano Lopez, Mar del Plata, Argentina, 17 novembre 2008 (AP Photo/Eduardo Di Baia)Questo articolo Lorenzo Musetti: “Con José Perlas mi rimetto in gioco, voglio partire a razzo” proviene da LaPresse