Bomprezzi, lo spazio e l’impegno (sulla Terra) per il 2026

Wait 5 sec.

Verrà la primavera e il giardino intitolato qualche giorno fa a Franco Bomprezzi, nel quartiere Bicocca di Milano dove il giornalista paladino dei diritti delle persone con disabilità abitava, gli alberi torneranno a inverdirsi e infoltirsi. Mi piace pensare che ogni foglia,  più che un desiderio, possa rappresentare una sfida vinta, un diritto acquisito.Accanto a questo piccolo doveroso tributo dell’amministrazione milanese per un uomo che ha insegnato a guardare la disabilità con un’ottica diversa, matura, lontano dai pietismi e dalle concessioni, mi ha colpito un’altra notizia, di tutt’altro stampo e clamore, in questo fine 2025. Si tratta del breve viaggio spaziale di Micaela Benthaus, ex atleta ora su una sedia a rotelle dopo un incidente con la mountain bike, salita sulla navicella Origin di Jeff Bezos per un tour di qualche ora appena al di là della barriera di Karman, in assenza di gravità: chissà che sensazione di leggerezza, di libertà, senza costrizioni di ausili, lassù. “Abbiamo voluto così sottolineare che lo spazio è un diritto di tutti”, dicono gli organizzatori della (costosissima) gita a 106 km di altezzaMa è qui sulla Terra che bisogna lottare ogni giorno per avere un posto al sole. Nella tragedia delle guerre che insanguinano varie parti del mondo, ci risulta quasi impensabile la condizione di disabilità vissuta con il  terrore dei bombardamenti e la desolazione delle distruzioni. E nel nostro mondo che vive in pace ma con un crescente pessimismo e una diffusa angoscia la disabilità si misura in termini di barriere architettoniche tuttora molto presenti, di attività scarsa nel mondo del lavoro (in Italia solo una persona con disabilità su tre ha un’occupazione e guadagna in media il 12% in meno di un collega normodotato), della mancanza di una legge nazionale sui caregiver che possa garantire stabilità e dignità a un ruolo così indispensabile quanto invisibile.In un epoca mondiale di “revisionismo” sui diritti umani e sociali, di riapparizione talvolta persino baldanzosa di dichiarazioni abiliste, queste tematiche finora facilmente condivisibili a parole, rischiano di sfumare, di passare in secondo piano, offuscate da urgenze economiche determinate anche dai nuovi minacciosi scenari internazionali. E invece proprio adesso bisogna riaffermare il diritto all’equità di condizioni, sostenere la rivoluzione culturale sulla disabilità che è in atto ma che ha ancora molta strada da fare.Abbiamo un presidente della Repubblica che sin dall’inizio del suo primo mandato non ha perso occasione per ricordare e illuminare questa parte della società che ci pone di fronte ai nostri valori di civiltà. Fra poco più di due mesi ospiteremo il mondo delle Paralimpiadi a Milano-Cortina, gare che meritano un coinvolgimento e un sostegno pari a quelli che si riserveranno agli atleti olimpici. Possiamo dunque vantare un esempio morale e un evento sportivo che mettono sul tavolo il tema della disabilità. Saranno i nostri “fari” per raccontare anche nel 2026 in questo blog i problemi e le storie positive di chi si impegna a guardare il mondo da un’altra prospettiva. Buon anno a tutti!