Da sponsor a investitori, il mondo delle crypto sempre più nel calcio: giro d’affari da 240 milioni

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Lun, 29 Dic 2025In Italia sono presenti due brand come Tether e House of Doge che sono, rispettivamente, secondo azionista della Juventus e proprietario della Triestina.DiRedazioneCondividi l'articoloPaolo Ardoino (Foto: screenshot da video)Da contratti di sponsorizzazioni e partnership, il mondo delle criptovalute sta diventando sempre più punto di riferimento per lo sport in generale, e per il calcio in particolare con l’esempio della stablecoin Tether, secondo azionista della Juventus che qualche settimana fa ha presentato un’offerta di acquisto per il club bianconero, prontamente respinta dall’azionista di maggioranza Exor.Secondo il report MarketPlace di SportQuake, la spesa in sponsorizzazioni sportive nella stagione 2024-2025 da parte di brand del mondo cripto è di quasi 565 milioni di dollari, in crescita del 20% rispetto a un anno fa. Il calcio assorbe quasi la metà del totale, 243 milioni, con 20 dei 34 nuovi accordi concentrati in esso. Gli investitori più attivi sono Crypto.com (213 milioni di dollari), Coinbase, Okx e Gate.io (sponsor di manica dell’Inter dall’esatte 2024)Inoltre, secondo un’analisi di Investigate Europe pubblicata a novembre, oltre un terzo delle società nei cinque principali campionati europei ha almeno una partnership con aziende di crypto o di trading. In Premier League la quota arriva al 70%, mentre circa tre su 10 si trovano in Liga, Bundesliga e Serie A.In Italia, come riporta l’edizione odierna de La Stampa, almeno due club hanno ricevuto investimenti diretti finora da società cripto. Il più recente è il già citato Tether, emittente della stablecoin Usdt, che oggi possiede l’11,5% della Juventus. L’esempio però forse più importante porta alla Triestina: a settembre House of Doge, società di promozione di Dogecoin, sostenuta da Elon Musk, è diventata primo azionista tramite Dogecoin Ventures.Ma sono decine le società di Serie A che sono state sponsorizzate o lo sono ancora da piattaforme cripto: Lazio, Inter, Milan, Napoli, Torino hanno stretto accordi con exchange come Binance, Gate.io, BitMEX, Upbit, YouHodler e altri operatori. «Bisogna avere molto chiaro il contesto – spiega a La Stampa, Vincenzo Imperatore, per oltre 20 anni manager in Unicredit e oggi consulente ed esperto di finanza calcistica – perché in un calcio europeo super indebitato, all’improvviso da aziende di un settore “non cristallino” arrivano risorse nettamente superiori alle cifre incassate dalle sponsorizzazioni negli anni precedenti».Le ragioni che spingono le società di criptovalute a puntare nel pallone sono chiare e dichiarate. Nel report SportQuake, il calcio è indicato come leva per «awareness multi-mercato», usata per ottenere credibilità e fiducia su larga scala, e utile a convertire «first-time depositors», cioè nuovi utenti che investono in criptovalute per la prima volta. «Oltre il 75% del nostro pubblico core in Europa è composto da appassionati di calcio – spiega nel report Mayur Gupta, Chief Marketing Officer di Kraken –. Attraverso le partnership con club di alto profilo come Tottenham e Atlético Madrid, pianifichiamo di collegare i mondi del calcio e delle crypto, offrendo esperienze significative che risuonano con i tifosi».Il modello di investimento si basa su alcuni punti: visibilità massima, audience giovane e digitalizzata, mercati internazionali. Il calcio offre 150 milioni di giocatori nel mondo e un’audience mediatica mondiale da tre miliardi per la sola Premier League. Per aziende che devono costruire reputazione e fiducia in settori ancora percepiti come volatili, è un canale di legittimazione immediato. «Questo sport è un terreno fertile per il marketing tribale – continua Imperatore –, in cui il senso di appartenenza dei tifosi può essere sfruttato per promuovere nuovi strumenti finanziari spesso poco regolamentati». In un contesto in cui il pubblico si sta allontanando dal prodotto, la scelta dello sponsor diventa ancora più importante.Anche per questo, ad esempio nella Premier League, secondo SportQuake il prossimo passo sarà incidere più spesso l’immagine sulle magliette. Dal 2026-2027 i marchi di scommesse saranno esclusi dalla posizione di main sponsor, mentre in Italia si sta provando ad annullare le disposizioni del Decreto Dignità che vieta quasliasi sponsorizzazione, diretta o indiretta, riconducibile al mondo del betting. «Con l’inventario che raddoppia e il più grande acquirente che esce – si legge nel report di SportQuake –, il mercato sarà probabilmente più morbido anno su anno, presentando un’opportunità di acquisto per brand non-betting».Parallelo ma distinto è il fenomeno dei fan token, un gettone digitale che non conferisce proprietà del club, ma offre ai tifosi la possibilità di partecipare a votazioni su dettagli minori: la canzone del gol, la grafica del bus, una frase per la fascia da capitano. In cambio, la app promette contenuti esclusivi, contest, accessi privilegiati. «Con un fan token – spiega Imperatore sempre a La Stampa – entri nello stadio, e prima ancora di vedere il campo hai già in tasca un piccolo “pass” invisibile». La controindicazione è che il prezzo del token si muove: alcune settimane vola, altre scivola. «È un modo moderno per trasformare il tifo in partecipazione e marketing». Le cripto intanto sembrano aver intenzione di tornare ai livelli del 2022/23 quando nel calcio la spesa mondiale era pari a 685 milioni di dollari.Developed by 3x1010