Il ragazzo seduto davanti ai poliziotti in moto il simbolo della rivolta in Iran. Il video diventa virale

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Un ragazzo si accuccia sull’asfalto e aspetta un’orda di agenti in moto. Ha fatto il giro del mondo diventando simbolo della protesta un video girato in viale Joumhouri, nel centro di Teheran, mostra una persona – identificata da molti come un giovane – seduta a gambe incrociate sull’asfalto, immobile, mentre di fronte avanzano decine di poliziotti in moto, vestiti di nero e con il casco. Alle sue spalle la folla fugge tra i lacrimogeni. Il filmato, ampiamente condiviso sui social e rilanciato dai media internazionali, è stato paragonato al celebre “uomo del carro armato” di Piazza Tienanmen, diventando il simbolo visivo di una rabbia silenziosa contro l’iperinflazione e il deterioramento delle condizioni di vita.Le proteste tornano a infiammare l’Iran e assumono dimensioni che non si vedevano dal 2022. Dalle università di Teheran a quelle di Isfahan, studenti e commercianti sono scesi in piazza contro una crisi economica sempre più soffocante, segnata da inflazione fuori controllo, carovita e dal crollo del rial ai minimi storici sul dollaro. Una mobilitazione ampia, confermata anche dall’agenzia Ilna, vicina al movimento operaio, che ha coinvolto alcuni degli atenei più prestigiosi del Paese e il cuore del commercio tradizionale, il Gran Bazar della capitale.A innescare la rabbia una situazione economica giudicata insostenibile con è un aumento vertiginoso dei prezzi dei beni alimentari e di prima necessità, che mette in ginocchio le famiglie. A peggiorare il quadro, anche la recente revisione del prezzo della benzina.Le cause della crisi sono molteplici: dalle sanzioni internazionali alla cattiva gestione interna, fino al trasferimento delle entrate verso alleati e intermediari regionali. Pesano inoltre il fallimento dei negoziati sul nucleare con gli Stati Uniti e il timore di un nuovo conflitto con Israele, che ha avuto un forte impatto psicologico sui mercati. In questo contesto, mentre i commercianti protestavano al Bazar, il capo della banca centrale Mohammad Reza Farzin ha rassegnato le dimissioni, segnale della tensione ai vertici del sistema.Il presidente Massoud Pezeshkian ha cercato di abbassare i toni, chiedendo al ministro dell’Interno di ascoltare le “richieste legittime” dei manifestanti e di avviare un dialogo. Un messaggio rivolto in particolare ai negozianti, storicamente decisivi anche durante la rivoluzione islamica del 1979. Ma sullo sfondo resta una situazione diplomatica complessa: gli alleati regionali di Teheran appaiono indeboliti, mentre dagli Stati Uniti arrivano parole dure. Donald Trump ha avvertito che un eventuale riarmo o la ripresa del programma nucleare porterebbero a una reazione drastica di Washington. A queste dichiarazioni hanno fatto da contraltare aperture prudenti del ministro degli Esteri Seyed Araghchi, che ha invitato a riprendere i negoziati, e i contatti con Mosca, con il Cremlino che si dice pronto a favorire un allentamento delle tensioni regionali.L'articolo Il ragazzo seduto davanti ai poliziotti in moto il simbolo della rivolta in Iran. Il video diventa virale proviene da Il Fatto Quotidiano.