GUIDONIA – Multate tre aziende del travertino: cavavano abusivamente

Wait 5 sec.

Durante l’ispezione i tecnici accertarono che il cosiddetto “oro bianco” veniva estratto a profondità superiori rispetto a quelle autorizzate. Per questo le aziende vennero multate.Da allora sono trascorsi 12 anni tra ricorsi, cause e processi, ma ora per gli industriali è giunto il momento di saldare il conto e versare l’importo dovuto nelle casse del Comune di Guidonia Montecelio.Lo stabilisce la sentenza numero 10464 – CLICCA E LEGGI LA SENTENZA – pubblicata ieri, martedì 30 dicembre, dal Consiglio di Stato.I giudici amministrativi di secondo grado hanno respinto il ricorso presentato da 5 delle maggiori industrie del settore estrattivo – la “Fratelli Pacifici Ing. Cesare & Lorenzo s.p.a.”, la “Società del Travertino Romano s.p.a.”, la “G. Poggi s.r.l.”, la “C.M. Caucci Mario I.T.R. s.p.a.” e la “Società Francesco Coresi & Figli s.r.l.” – per fare annullare la sentenza 12963/2023 – CLICCA E LEGGI LA SENTENZA – emessa il primo agosto di due anni fa dal Tar del Lazio.All’epoca le 5 ditte – insieme alla “Travertino Conversi s.r.l.”, “Btr s.r.l.”, “Cimep s.r.l.” e “Querciolaie Rinascente Società Cooperativa” – si erano rivolte al Tar per far annullare la determinazione dirigenziale n. 2/2013 firmata il 16 gennaio 2013 dall’allora dirigente alle Attività Produttive Paola Piseddu con la quale il Comune di Guidonia Montecelio fissò i parametri per calcolare gli importi delle sanzioni pecuniarie previste dalla Legge Regionale 17/2004 in materia di illeciti riguardanti attività estrattive.In particolare, il Comune stabilì che, per determinare l’intero volume estratto abusivamente, avrebbe considerato il 30% come materiale utile (ovvero per la produzione di blocchi destinati al taglio), con valore di € 800/mc., e il 40% come materiale frantumato, con valore di € 8/mc., mentre il restante 30% come materiale di scarto per ritombamento, irrilevante ai fini della determinazione del valore virtuale complessivo in riferimento al quale la sanzione è stato determinato nella misura del 20%.Nello stesso ricorso al Tar le aziende chiesero anche l’annullamento di un verbale di accertamento emesso il 12 febbraio 2013 nei confronti della “Ditta Fratelli Pacifici” di un illecito amministrativo per la violazione delle norme che disciplinano le attività estrattive: alla storica azienda fu applicata una sanzione da 70 mila euro per aver estratto a circa 6 metri al di sotto della quota consentita una quantità presunta di “oro bianco” pari a 153 mila metri cubi.E non fu l’unica sanzione da 70 mila euro elevata durante l’ispezione, tant’è che nel mirino dei tecnici finirono anche la “C.M. Caucci Mario I.T.R. s.p.a.” e la “Cimep s.r.l.”, le quali – insieme alla “Ditta Fratelli Pacifici” – hanno impugnato i rispettivi verbali davanti al Tar con domanda di annullamento bollata dai magistrati come irricevibile.Sulla stessa lunghezza d’onda il Consiglio di Stato che ha respinto le istanze degli avvocati degli industriali, Franco Coccoli, Marco Di Lullo e Lorenzo Aureli, condividendo la tesi dell’avvocata Antonella Auciello rappresentante del Comune di Guidonia Montecelio.Nella sentenza pubblicata ieri i giudici hanno sottolineato la correttezza della sentenza di primo grado e respinto tutti i motivi del ricorso dei cavatori.La legittimità della determinazione 2/2013 firmata il 16 gennaio 2013 dalla dirigente Paola Piseddu – scrivono i giudici – è sostenuta dalla legge regionale numero 17/04 e dalla sentenza numero 12 del 2004 della Corte costituzionale, secondo la quale la competenza a prevedere sanzioni amministrative non costituisce materia a sé stante, ma la loro previsione spetta all’ente “nella cui sfera di competenza rientra la disciplina la cui inosservanza costituisce l’atto sanzionabile”.L'articolo GUIDONIA – Multate tre aziende del travertino: cavavano abusivamente proviene da Tiburno Tv.