VERONA – A quasi 67 anni di età, ventisette anni dopo essere stato arrestato in Florida e un quarto di secolo dopo la condanna all’ergastolo, il trentino Chico Forti, dichiarato colpevole di omicidio da una giuria statunitense, può uscire dal carcere. Non in libertà condizionale, visto che alla sera deve tornare nella casa di reclusione di Verona, può invece lasciare la cella per dedicarsi ad alcune attività lavorative. Ad esempio fare l’istruttore di surf sul Lago di Garda, il pizzaiolo o l’insegnante di inglese.Il Tribunale di sorveglianza di Verona ha accolto la richiesta di concedere al detenuto i permessi di lavorare all’esterno che è stata presentata dalla stessa direttrice del Montorio, Maria Grazia Bregoli. Quattro mesi fa la decisione era stata sfavorevole, sulla base di alcune valutazioni relative al mancato ravvedimento. “Dalla lettura delle relazioni di osservazione non emergono sentimenti di colpa o autentico dispiacere per i familiari della vittima, né per i propri familiari. – aveva scritto il magistrato relatore Maddalena De Leo – Il detenuto non appare in alcun modo sensibile rispetto al dolore cagionato sia alla famiglia delle vittime sia alla sua. Sulla scorta di tali elementi – mancato interessamento morale nei confronti delle vittime, mancato risarcimento del danno, anche solo parziale, assenza di approfondimento dei fatti di reato – ritiene questo Tribunale che la sola condotta corretta, disponibile, partecipativa tenuta da Forti non sia sufficiente a far ritenere sussistente una comprensione autentica del disvalore delle condotte poste in essere, una convinta revisione critica delle pregresse scelte e, quindi, un sicuro ravvedimento”.Evidentemente la valutazione è cambiata e sono maturate le condizioni previste dall’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario che prevede il lavoro all’esterno dei detenuti, anche se ergastolani, purché abbiano scontato almeno dieci anni della pena. Forti era tornato in Italia poco più di un anno e mezzo fa a bordo di un Falcon dell’Aeronautica italiana. Ad accoglierlo all’aeroporto di Pratica di Mare c’era la premier Giorgia Meloni, che si era fatta fotografare, sorridente e soddisfatta. Suscitò polemiche il trattamento riservato a un ergastolano che ha ammesso la propria colpevolezza (“Per avere l’estradizione dovevo farlo” ha detto), dopo il recepimento della sentenza di condanna da parte della corte d’Appello di Trento.Qualche mese dopo un detenuto a Verona riferì di aver sentito una conversazione di Forti che chiedeva a un altro recluso di “mettere a tacere” Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, oltre alla giornalista Selvaggia Lucarelli e Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria. L’indagine preliminare aperta dalla Procura di Verona, che aveva interrogato detenuti e personale del carcere, era poi stata archiviata, non essendo emersi elementi per contestare un reato.Secondo indiscrezioni giornalistiche, Forti potrebbe lavorare come pizzaiolo a Verona, fare l’istruttore di surf sul Garda, dedicarsi all’insegnamento dell’inglese e fare il volontario con un gruppo che aiuta ragazzi disabili in un circolo nautico di Malcesine. A Trento vive ancora l’anziana madre, che Chico Forti ha già potuto incontrare nel corso di permessi che gli sono stati concessi.Forti, ex campione di windsurf, era andato a vivere a Miami, dove faceva l’uomo d’affari e il produttore televisivo. Fu arrestato nel 1998 per l’omicidio di Dale Pike, figlio di Anthony Pike, con cui stava trattando l’acquisto del Pikes Hotel di Ibiza. Il cadavere di Dale era stato trovato completamente nudo su una spiaggia di Miami. L’uomo era stato ucciso con due colpi di pistola alla testa. Il processo ricostruì una complicata vicenda di affari che avrebbe fatto da sfondo al delitto. Forti si è però sempre dichiarato innocente, ritenendosi vittima di un errore giudiziario. Le trattative per il suo rientro in Italia sono state molto lunghe. Alla fine è prevalsa l’applicazione della Convenzione sul trasferimento delle persone condannate per scontare la pena in Italia.Una conferma del nuovo regime di detenzione di Forti è venuta da don Carlo Vinco, garante dei detenuti per il Comune di Verona che ha dichiarato al Gazzettino: “Chico esce, può uscire. È stato riconosciuto il lungo percorso fatto”.L'articolo Chico Forti può uscire dal carcere di Verona: sì del tribunale di sorveglianza ai permessi di lavoro all’esterno proviene da Il Fatto Quotidiano.